Il presidente dell’Arga della Campania, Francesco Landolfo, con un articolo pubblicato sul quotidiano Roma e ripreso da più testate, anche radio televisive, ha messo in evidenza come il sacco del territorio e quindi lo sfascio ambientale, continua senza nessun rispetto né per le leggi vigenti né per i cittadini. Stavolta i terreni agricoli, gli ultimi, presi di mira sono quelli che il Comune di Frattamaggiore, commissariato da anni, ha individuato per gli insediamenti produttivi (Pip). Questi confinano con il Comune di Grumo Nevano, e la loro destinazione ha suscitato un vespaio di proteste. Riteniamo di fare cosa gradita ai nostri lettori internet di riproporre il testo del giornalista, sperando che la sua lettura induca chi decide a fare un passo indietro. A volte ritornare sui propri passi fa bene, e poi può essere l’occasione per cominciare bene l’ anno nuovo. O no? Buona lettura.
“Frattamaggiore. Vogliono distruggere la “memoria della terra”. Sono iniziati gli espropri per il Piano per insediamenti produttivi (Pip), localizzato in una zona a Sud-Ovest del territorio cittadino e che si estende su una superficie di 149.300 metri quadrati. È una zona, tanto per intenderci, che va ad incunearsi nel confinante comune di Grumo Nevano, per precisione in via Dante Alighieri. Il Pip venne progettato dall’amministrazione guidata dal medico Enzo Del Prete, successivamente sciolta perché sul suo operato avrebbe aleggiato il condizionamento dell’antistato. Ora il Comune è retto da una terna di commissari. E, guarda caso, nonostante che su quell’amministrazione comunale ci siano state pesanti ombre per gli atti amministrativi espressi, ecco che, improvvisamente, si rispolvera un piano che servirà esclusivamente a distruggere un patrimonio agricolo e arbustivo per lasciare il posto a colate di tonnellate di cemento. Non a caso contro questo scellerato progetto sono insorti i comunisti italiani e i responsabili di Alleanza nazionale di Grumo Nevano. I primi con un volantino hanno sottolineato come lo scempio del territorio comporterà la realizzazione di complessi industriali alti sino a 25 metri il che “comporterà un aumento di gas nocivi e, quindi, più inquinamento ed avvelenamento dell’aria, congestionamento del traffico, perdita di un polmone verde, con il conseguente drastico abbassamento della qualità della vita. Siamo, purtroppo, in un comprensorio che dei recenti studi dell’Asl Na 3 hanno catalogato tra i più “tumorati” del paese. Senza trascurare, poi, che proprio in via Dante Alighieri i palazzi esistenti sono sottoposti ad un terremoto continuo, al passaggio dei bus e dei camion. Dal canto suo An, che ha fatto da amplificatore, attraverso il suo sito telematico, alla notizia che il tam tam della piazza aveva cominciato a diffondere. Quale minaccia incombe su via Dante Alighieri, la strada che costeggia la ferrovia dal versante grumese, collegando il cavalcavia per Frattamaggiore con la periferia con Arzano? Dove saranno costruiti gli opifici, Grumo ha già realizzato una scuola; i camion, ma anche gli addetti che si riverseranno in via Dante, creeranno disagi inimmaginabili. Il traffico, al momento è già paralizzato, ma quando le fabbriche saranno ultimate sarà l’inferno. Questa preoccupazione, a marzo del 2002, (quando il comune di Frattamaggiore, non ancora commissariato individuò l’area per i Pip), fece mobilitare tutte le associazioni di Grumo Nevano che scesero in piazza raccogliendo 2000 firme. La protesta, però, non servì a molto perché Frattamaggiore proseguì per la sua strada. Adesso però il problema è diventato molto più serio. Anche perché l’inquinamento non riguarda soltanto Grumo Nevano, ma la stessa Frattamaggiore e la vicina Arzano. Ci troviamo, infatti, in un comprensorio dove il fallimento dell’industrializzazione ha lasciato diversi… cadaveri: ovvero, fabbriche dismesse che hanno prodotto cassintegrati e disoccupati. Un calo del 25% delle aziende. Ora le piccole e medie industrie che si vorrebbero realizzare non si sa quante unità lavorative avrebbero. Ma se il buon giorno si vede dal mattino, allora, bisognerebbe andare nel vicino comprensorio Asi dove alcune megastrutture occupano, a stento poche decine tra operai ed impiegati. E con i precedenti gli auspici non sono favorevoli. La scellerata decisione dell’esecutivo guidato dal sindaco Enzo Del Prete, e sposata in toto dai commissari governativi, porterebbe alla distruzione di antiche coltivazioni come frutta, soprattutto le fragole, ed ortaggi che hanno costituito, dopo il tramonto della canapa, un vanto per gli agricoltori frattesi e grumesi.
«Bisogna capire – ha dichiarato il presidente del circolo di An di Frattamaggiore, il ragionier Mario Razzano – quali siano stati gli spiriti guida di questa accelerazione da parte del Comune. Se una civica amministrazione è stata sciolta per attività non lineare, allora, andrebbero riesaminati tutti gli atti e procedere con i piedi di piombo. Questi che si vogliono sottrarre a Frattamaggiore sono suoli
agricoli altamente produttivi e noi ci batteremo sino in fondo affinché si faccia luce su questa vicenda dagli inquietanti aspetti. Si parla troppo spesso a vanvera di qualità della vita e, anziché migliorarla, si fa di tutto per contribuire alla sua completa distruzione. Qui viviamo a stretto contatto con tumori di vario genere e sembra che nessuno ci faccia caso. Dietro questo Pip, purtroppo, c’è tutto un mondo di speculatori che vuole ulteriormente arricchirsi. Ci porremo in una posizione sinergica con tutti i movimenti e partiti politici del comprensorio affinché questo scempio non avvenga. Se non vado errato c’è una disposizione che vieterebbe la realizzazione degli
insediamenti dei Pip su suoli agricoli altamente produttivi». ma su questa vicenda sarà chiesto l’intervento della magistratura competenti e degli stessi parlamentari di zona che sino ad oggi hanno brillato per la loro assenza.


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *