LA FATA CHE INCANTO’ I POETI” A SANT’ARPINO
Ritorna a fare capolino l’eterea fatina verde dell’Assenzio. Si sente aleggiare nell’aria in quei pomeriggi invernali, tra le 17 e le 19, ore in cui, nella Francia dei Caffè c’era chi tradiva e chi cercava di dimenticare in fondo a un bicchiere. Il rito del liquore caro a Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, rivive per una sera a Sant’Arpino con “La fata che incantò i poeti”. L’appuntamento è previsto per venerdì 10 dicembre, alle 18, presso la sala convegni del Palazzo ducale Sanchez de Luna. L’iniziativa è stata proposta all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Savoia, nella fattispecie all’assessorato alla Cultura retto da Domenico D’Ambra, dall’associazione aversana di enogastronomia e cultura “Tabula gaia”.
La serata sarà scandita da un breve excursus, condito da curiosità, sul mito dell’Assenzio curato da Francesca Prisco dell’associazione Tabula gaia. Sarà, per l’occasione, presentata al pubblico “Sud”. La rivista di arte, cultura e letteratura getta un ponte tra Napoli e Parigi. Per la sua impostazione, inoltre, rappresenta un po’ la degna eredità di quei giornali nati nei Caffè letterari di un tempo che si fregiavano del contributo di menti brillanti. Il direttore Francesco Forlani, casertano che da anni vive a Parigi, traccerà un originale percorso poetico ed “etilico” sulle note della chitarra di Francesco Capolongo.
E per calarsi completamente nello spirito bohemien, sarà servito il famigerato liquore verde cantato anche da Lucrezio.
“L’appuntamento con l’Assenzio e i poeti maledetti, inserito nel calendario delle manifestazioni natalizie, – ha affermato il sindaco Giuseppe Savoia – si lega a filo doppio con Sant’Arpino. Il “nostro” Pino Montesano (autore dei libri “Nel corpo di Napoli” e “Di questa vita menzognera” – editi dalla Mondadori), infatti, oltre ad essere stato per il passato traduttore di Baudelaire, ha approfondito con altri scritti gli studi sul poeta dei Fiori del male. Si tratta dell’occasione di fornire uno spunto culturale forte a tanti giovani che si avvicinano col pretesto dell’Assenzio, una moda che comincia a “rimbalzare” anche nei locali dell’agro aversano”.
Il liquore, con 68° gradi di percentuale alcolica, ebbe un’enorme diffusione fino agli inizi del Novecento in Francia. Il prodotto distillato a quei tempi conteneva una sostanza, il Tujone, che aveva effetti allucinogeni. Fu messo al bando a seguito di una strage commessa da un operaio che sterminò l’intera famiglia dopo essersi ubriacato. Solo da qualche anno, ed opportunamente epurato, è tornato in commercio. Francesca Prisco Info: 347 42 41 780


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