FIMA: le news di maggio

21 maggio 2012
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Fima: nel bilancio dei parchi non bisogna dimenticare il valore dell’ uomo, diversamente diventano musei.
“Se i parchi sono il prodotto di una società che ha un territorio e una storia, bene in quella storia c’e’, soprattutto, l’ uomo con le sue attività silvo-pastorali, che non sempre riesce a realizzare la migliore integrazione con il suo ambiente naturale quando le istituzioni pongono troppi ostacoli alle sue esigenze”. Lo dichiara Saverio De Bonis, coordinatore della Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli, in occasione della manifestazione di Pescasseroli.
Premesso che la principale funzione del parco è quella di proteggere la natura, è anche vero che le aspettative di valorizzazione del lavoro degli agricoltori che operano al suo interno non possono essere disattese. Le celebrazioni del 90 anniversario del Parco Nazionale degli Abruzzi, avrebbero dovuto essere un’occasione di riflessione per l’ intera comunità anche su questi aspetti, “ma ai nostri agricoltori del Parco questa possibilità è stata preclusa. Non solo – prosegue il coordinatore – i protagonisti del Parco, depositari di una storia millenaria fatta di transumanza e autentici soggetti del territorio, incontrano sempre piu’ difficoltà a svolgere la loro attività”.
L’ Astap, associazione di tutela delle attività nel Parco, che aderisce alla Fima, in occasione del compleanno del Parco ha voluto comunicare il disagio dei propri allevatori associati, attraverso una manifestazione pacifica con campanacci e cartelli. Gli allevatori del Parco da tempo conducono una battaglia a difesa dello stesso per valorizzarne al massimo le sue funzioni, ma soprattutto per garantire la sopravvivenza dell’ uomo, messa a repentaglio sempre piu’ non dagli attacchi dei lupi o degli orsi, bensi dall’ indifferenza di un Ente che trascura i loro bisogni e si trasforma, spesso, in un soggetto pronto a cacciare gli agricoltori dal Parco attraverso le sue regole.
Cosa lamentano gli agricoltori del parco piu’ grande e piu’ famoso d’ Italia? Troppi vincoli. Intanto l’ impossibilità di far valere i loro diritti riguardo gli indennizzi danni fauna prodotti dagli animali protetti. In passato è accaduto che un allevatore sia salito su un albero di fronte agli uffici del parco, a Pescasseroli, e abbia minacciato di darsi fuoco se non fosse stato risarcito per i danni provocati ai suoi bovini da lupi e orsi. E’ anche accaduto che le guardie del parco abbiano effettuato due diversi verbali contraddittori ai fini di un accertamento sulla predazione di alcuni bovini.
“Sono cose inaudite – dichiara De Bonis – non si puo’ dimenticare che da queste zone partiva il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, l’antica strada della transumanza usata dai pastori dell’Abruzzo per raggiungere con le loro greggi le pianure del Tavoliere della Puglia. E uno degli aspetti piu’ intollerabili – continua – è proprio legato alle molteplici denunce che gli allevatori sono costretti a subire per via del pascolo”. Nei secoli la presenza degli animali è stata utile al bosco: mangiando l’ erba gli animali hanno fatto prevenzione naturale verso gli incendi. Ora, se una mucca sconfina nei boschi da un Comune all’ altro, perché non conosce i cartelli, ecco che le guardie sono pronte ad infilzare gli allevatori con ripetute denunce tese a scoraggiarne il pascolo, dunque, l’ attività stessa, costringendoli a lunghi processi in Tribunale. “Possibile – conclude il coordinatore della Fima – che se un allevatore paga i diritti di pascolo ad un’ amministrazione pubblica, non debba poter esercitare liberamente la sua attività anche quando c’e’ uno sconfinamento involontario? Perché la contiguità dei vari comuni deve essere un limite per l’ attività dell’ uomo? Non sarebbe meglio istituire un meccanismo automatico che regoli lo storno dei diritti di pascolo tra amministrazioni di uno stesso Stato?”
La pressante attività di ostacolare i produttori dell’ area protetta è dimostrata anche dai regolamenti urbanistici del Parco che, da un lato, pongono vincoli eccessivi alla costruzione di fabbricati agricoli, dall’ altro, sono distratti quando bisogna realizzare strutture ricettive per il turismo.
Se si continua così, mentre il Parco si allarga, l’ agricoltura si restringe! Noi dobbiamo impedire che una buona idea come il Parco venga rovinata dai professionisti del Parco.
Gli allevatori, dunque, meritano maggior rispetto, ma soprattutto merita rispetto una storia millenaria della transumanza. Occorre verificare subito, insieme al Ministro dell’ Agricoltura e ai soggetti presenti nel Parco, tutto quello che ha funzionato bene o non ha funzionato per evitare che, se l’ uomo esce dal Parco, il Parco muoia e diventi un museo. Per fare questo é necessario incentivare la presenza dell’ uomo e prevedere una tutela del suo reddito.
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14 maggio 2012
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MORATORIA IN AGRICOLTURA, FIMA: NON SI PUO’ ESCLUDERE UN SETTORE FONTE DI VITA
“La moratoria è uno di quei tasselli della strategia anti credit crunch su cui il governo, le imprese e le banche stanno lavorando, dal 2009, ma purtroppo ad esclusione dell’ agricoltura. Lo abbiamo ribadito anche durante la recente audizione in XIII Commissione agricoltura della Camera dei Deputati.”
Lo dichiara Saverio De Bonis, coordinatore della Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli.

Non è possibile che in un Paese civile la moratoria sia stata costantemente rinnovata ad altri comparti lasciando a circa 260 mila imprese 15 miliardi di liquidità a disposizione dell’ economia reale, senza includere le imprese agricole. E’ un fatto grave e immorale.

“Noi siamo stanchi – prosegue il coordinatore Fima – di essere la cenerentola dell’ economia nazionale, non possiamo piu’ tollerare questo grado di discriminazione che stà aumentando il disagio sociale in maniera esponenziale. Il nostro contributo alla società – aggiunge – ha un valore inestimabile in termini di tutela della salute e dell’ ambiente. Il Governo ci dica se vuole utilizzare la disponibilità che gli agricoltori offrono per la ripresa della crescita”.

A nulla è servita l’ esortazione del Governatore della Banca d’ Italia, Ignazio Visco, tesa ad evitare che le aziende possano entrare in asfissia creditizia, l’ ordine del giorno sulla moratoria dei debiti in agricoltura approvato di recente dal Parlamento e accolto dal Governo, e le richieste già avanzate dalle Regioni. “Quando assisteremo ad atti concreti del Governo? – sottolinea De Bonis – Dopo che le aziende avranno chiuso?! Dopo che la escalation di atti disperati avrà raggiunto il suo culmine?! Qui si rischia lo sterminio collettivo premeditato di un settore primario che è fonte di vita e che a cavallo degli ultimi due censimenti, ha visto già chiudere oltre un milione d’ imprese!”

Non è, dunque, un problema di risorse ma di volontà politica. Il Ministro Passera e il vice ministro Grilli che hanno sottoscritto l’ avviso comune sulla moratoria il 28 febbraio 2012, dovrebbero sapere che c’e’ un intero comparto che soffre tragicamente, pur offrendo cibi sani alla società italiana ma svalutati rispetto a 40 anni fa, per via di un furto continuo dovuto ai cartelli impuniti e alle vessazioni che hanno ridotto la capacità contributiva e stanno mettendo ulteriormente a repentaglio la vita fisica delle imprese e quella umana dei suoi imprenditori.

A Befera, ad esempio, chiediamo – come abbiamo fatto ai suoi collaboratori nelle varie assemblee tenute con gli agricoltori, in cui abbiamo chiarito che le responsabilità stavano in capo al Governo e non ai funzionari di Equitalia, e elaborato una serie di proposte migliorative, non ultimo la compensazione tra crediti e debiti – di sostenere con forza questi suggerimenti nei confronti del Governo e nel caso di chiusura da parte dell’ esecutivo di rassegnare coerentemente le proprie dimissioni dall’ ente di riscossione.

“Non siamo piu’ disponibili ad essere emarginati dalle scelte economiche del Paese, né a far compromettere la sovranità alimentare dell’ Italia e la salute dei consumatori. Noi, pertanto – conclude il rappresentante Fima – continueremo imperterriti con la nostra azione a tutelare gli agricoltori, e i consumatori, in ogni sede perché non vogliamo essere imprenditori di serie B, né continuare a sopportare la confusione tra agricoltura e agro-alimentare, che regna tra molti esponenti del Governo e che è espressione della vera antipolitica. Una parte delle ragioni per cui la “tenuta sociale del Paese è a rischio” va ricercata proprio in questo vuoto di politica agricola”.
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SULLA NOTA DI DE BONIS
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Buongiorno,trasmettiamo in allegato il comunicato stampa della FIMA (Federazione Italiana Movimenti Agricoli), sulla urgenza di una moratoria in agricoltura.
CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE
Ufficio stampa Fima
info: Saverio De Bonis
cell 348-7187696


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