1) Ci sono 33 artigiani del gusto, provenienti da tutt’Italia il 13 e 14 giugno per il ritorno della “Festa a Vico Equense”.
Dopo il grande successo dello scorso anno, ritorna La Festa a Vico, la kermesse che vedrà coinvolti i migliori chefs e i più importanti operatori del settore enogastronomico italiano.Il 13 e 14 giugno Gennaro Esposito, patron del ristorante La Torre del Saracino di Seiano, esaltando lo spirito della festa, li ha invitati tutti a Vico Equense, per coinvolgerli nel “ Gioco delle mani amiche”, un confronto tra chefs e artigiani del comparto agroalimentare che condividono con loro quotidianamente le fatiche e gli entusiasmi.I colori, i suoni e la tradizionale calorosa atmosfera partenopea saranno gli ingredienti principali per fare dell’evento un incontro tra territori diversi e uomini, ognuno con la propria storia, portatore delle tradizioni della sua terra.Il primo appuntamento è per lunedì 13 giugno, alle 10,30, all’Hotel Crowne Plaza Stabiae Sorrento Coast di Castellammare di Stabia, per conoscere i protagonisti della festa e i segreti che renderanno speciali i loro piatti, presenti i circa 30 artigiani del gusto provenienti da tutt’Italia.
Il giorno dopo, martedì 14, alle 10,30, all’Hotel Crowne Plaza, si terrà la conferenza stampa cui parteciperanno alcuni dei più importanti rappresentanti del settore enogastronomico e sarà possibile degustare i prodotti tipici locali.
Il cloù della festa è previsto per la sera del 14 giugno, alle 20,00, quando il complesso delle “Axidie” ospiterà circa 300 ospiti tra giornalisti, ristoratori ed esponenti delle più importanti aziende vinicole italiane, per la cena preparata dagli Chefs Top più prestigiosi della cucina italiana.Il successo di questo evento si deve proprio al gioco di squadra ed al contributo di alcune importanti aziende come la Kia Motors, la Elettrolux che fornirà le prestigiose cucine Moltenì, il pastificio Garofalo, Baldassarre Agnelli per le pentole, De Luca per le
attrezzature del servizio di ristorazione, Villa Massa per il limoncello, ERSAC, AGRIPROMOS, l’acqua San Faustino e Alexandra Editore.
E per concludere degnamente una serata già esplosiva , prima di salutarsi e darsi l’appuntamento per il prossimo anno, fuochi d’artificio.
P.s. Esclusivamente per gli addetti ai lavori, la sera del 13 giugno alle 20,00 si proseguirà con una visita allo stabilimento del pastificio Garofalo dove sarà possibile degustare numerosi tipi di pasta.
Ufficio Stampa Dieffe Comunicazione 0815323480 Carmen Davolo 337341158 – Marialaura-Rolando-3391755248
2)COMUNICATO STAMPA Per la festa di Vico Equense.
Dopo il successo dello scorso anno, il meglio della gastronomia italiana torna a Vico Equense, il 13 e 14 giugno, in occasione della “Festa a Vico”. Saranno una trentina gli chefs che da tutta l’Italia raggiungeranno la splendida località della Penisola Sorrentina per festeggiare con Gennaro Esposito, patròn del ristorante la Torre del Saracino di Seiano, ed i più importanti operatori del settore enogastronomico italiano, Vico Equense e la sua spiaggia di Seiano.
“Il gioco delle mani amiche” vedrà coinvolti chefs e artigiani del comparto agroalimentare in un incontro di uomini, culture e tradizioni che esalteranno i prodotti tipici e le specialità dei territori di provenienza.
La squadra degli chefs sarà composta da nomi del calibro di Giancarlo Perbellini, Walter Ferretto, Giancarlo Morelli, Claudio Sadler, Agata Parisella, Karl Baumgartner, Luigi Pomata, Antonino Cannavacciuolo, Herbert Hintner, Salvatore Tassa, Marco Bistarelli, Corrado Fasolato, Claudio Melis, Norbert Nierderkofler, Stefania Moroni, Emanuele Scarello, Maria Luisa Fischetti, Antonio Fusari, Andrea Canton, Giuseppe Aversa, Pino Lavarra, Oliver Glowig, Renato Martino, Gennaro Esposito. Ognuno di loro, con la fantasia e la maestria che li contraddistingue, preparerà un piatto con gli ingredienti che gli artigiani hanno prodotto nelle proprie terre d’origine.
Una festa dunque, ma allo stesso tempo un viaggio attraverso le varie regioni d’Italia, alla scoperta delle specialità d’alta qualità prodotte dai nostri artigiani: prosciutto di Parma d.o.p., tonno rosso di Carloforte, formaggi caprini, funghi, tartufi, asparagi, colatura di alici di Cetara, mozzarella di bufala, frutti di mare, torroni e tanti altri ancora.
Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti, per allietare anche i palati dei buongustai più raffinati: cannelloni gratinati con salsa gremolada, paccheri di gragnano ripieni con ricotta di pecora, ravioli di salsa vergine e colatura di alici di Cetara, risotto con caprino allo zafferano, bufalo con salsa d’agrumi, sgombri affumicati, baccalà con crema di piselli, zuppa di fagioli arreganati, zuppetta di cocomero, zeppole ripiene con ricotta di pecora e caramello alle pesche.
Il successo di questo evento si deve proprio al gioco di squadra ed al contributo di alcune importanti aziende come la Kia Motors, la Elettrolux che fornirà le prestigiose cucine Moltenì, il pastificio Garofalo, Baldassarre Agnelli per le pentole, De Luca per le attrezzature del servizio di ristorazione, Villa Massa per il limoncello, ERSAC, AGRIPROMOS, l’acqua San Faustino e Alexandra Editore.
E per concludere degnamente una serata già esplosiva , prima di salutarsi e darsi l’appuntamento per il prossimo anno, fuochi d’artificio.
Ufficio Stampa Dieffe Comunicazione 0815323480
Carmen Davolo 337341158
Marialaura Rolando 3391755248
3) LE RICETTE DEI GIORNALISTI ARGA
Non c’è trasmissione tv, ma anche radiofonica che non abbia la sua bella rubrica sull’arte culinaria. Non potevano mancare due giornalisti dell’ Arga, Brunella Cimadomo, addetta alle tipicità, e Gianpaolo Necco, addetto ai rapporti con enti e istituzioni. Da provare anche nelle vostre cucine?
BRUNELLA CIMADOMO: La ricetta che propongo non il piatto me lo ha fatto gustare la signora Angelica. Alla fine gliel’ho estorta. E la signora Angelina mi perdonerà se ora ne faccio dono alla comunità. Ma la sua ricetta non poteva restare patrimonio degli “affezionati”, degli amici de “ ’E curti”. Perché il ristorante del comune partenopeo di Sant’Anastasia (l’indirizzo completo è via Padre Michele Abete 6) cui di recente si è interessata pure l’autorevole “la madia travelfood” in un articolo firmato da Giuseppe De Girolamo, sconfessa pure le tesi di chi contesta gli slogan, i piatti “firmati” e il pesce sostenibile. Qui la tradizione, viva Dio, è tradizione. Si cucina come una volta. Si viaggia nei sapori delle case dei contadini delle pendici del Vesuvio. E la tavola s’incanta di fronte a ingredienti “poveri” e estatici insieme. Sì. Persino un “secchio della monnezza”, come i padroni di casa – Carmine ed Enzo D’Alessandro – chiamano tra loro il piatto che sto per raccontarvi, è una malia. Opera magica delle sorelle Assuntina e Angelina. Che, mi auguro, non me ne vorranno. Gli ingredienti sono quelli che, di solito, si trovano sulle tavole natalizie: noci, nocelle, pinoli, uva passa, olive nere di Gaeta, capperi di Pantelleria e pomodorini del “piennolo”.
Il procedimento, così come ce lo racconta la signora dei “Curti”, sembra facile: far soffriggere nell’olio extravergine di oliva tutti insieme i pinoli, l’uva passa, i capperi, le olive tagliate a metà, le noci e le nocciole. Aggiungere i pomodorini schiacciati e privati dei semi per cinque minuti appena. Da parte, scolare la pasta al dente e mantecare per un attimo.All’apparenza è un giochetto. All’apparenza. Perché la maestria è nella quantità degli ingredienti da combinare tra loro. La signora Angelina ormai fa “a occhio”.Io proverò ai fornelli. Ma, a occhio…e croce l’esperimento sembra complicato almeno quanto la produzione di una bottiglia di “Nucillo”, autentico punto di forza della famiglia. Insomma, una magia.
GIANPAOLO NECCO: in padella larga mettere a cottura breve, appena un minuto, tonno della migliore qualità, ulive nere di Gaeta spolpate, prezzemolo tritato, mezzo bicchiere di vino bianco secco, olio extravergine, appena mezzo bicchierino (quelli che usano nel bar per il caffè fredddo), e quando le linguine (salate al minimo) sono pronte al dente, mischiare nella padella per due minuti di cottura finale. Questa ricetta l’ho provata per settimane negli anni ’60, a sere alterne, dopo che a inventarla ci avevano provato i miei compagni di camping. Alla fine degli esperimenti il piatto non solo risultava appetitoso, ma riempiva lo stomaco per un giorno intero. Provare per credere.


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