EVOLUZIONE DELLA FAUNA SARDA
Filed under: Costume, Società, Tradizioni.by linodore on 20-01-2013

L’origine della vita in Sardegna è stata condizionata da tre importanti eventi, due di natura geologica e uno storica.
L’Isola parte integrante del continente euroasiatico, insieme alle Isole Baleari e alla Corsica costituiva appendice geologica dell’attuale Provenza meridionale e fauna e flora sarda hanno perciò seguito, fino ad allora, la stessa evoluzione del continente europeo.

Circa 100 milioni di anni fa, gli eventi geologici che coinvolsero i continenti africano ed euroasiatico, originarono la frattura che dall’attuale Catalogna, si estendeva sino alla regione ligure.
Circa 70 milioni di anni dopo, questa frattura ha provocato il distacco di due microplacche, da cui nacquero le isole Baleari, la Sardegna e la Corsica.
Dopo la separazione, la placca sardo corsa, mentre viaggiava verso il centro del Mediterraneo, ha subito una rotazione in senso antiorario, che ha portato all’allineamento attuale.
La migrazione della placca sardo-corsa è causa prevalente dell’evoluzione differenziale di fauna e flora, con la costituzione di alcuni paleoendemismi derivanti dalla conservazione di elementi ancestrali, in seguito estinti nel continente e ad un più cospicuo numero di neoendemismi provenienti dall’evoluzione differenziale, con la nascita di sottospecie o specie nuove.

Il secondo evento geologico, che ha caratterizzato l’evoluzione della fauna sarda, è rappresentato dalle glaciazioni nel corso delle quali è comparsa una continuità territoriale, attraverso l’arcipelago toscano, fra la penisola italica e il blocco sardo-corso, che ha permesso la migrazione di specie continentali verso la Sardegna.

Il terzo evento, di natura storica, ha avuto un ruolo fondamentale nei flussi migratori dell’uomo, pur sussistendo molte incertezze in proposito, probabilmente l’origine di alcune specie o sottospecie animali è da imputare all’introduzione da parte dell’uomo, presumibilmente in epoca preistorica in occasione dei primi scambi fra popolazioni, ma più probabilmente in periodi storici più recenti riconducibili all’epoca punica e romana.

Questi fenomeni spiegano differenze ed analogie tra la fauna della Sardegna e quella continentale come la contemporanea presenza di elementi faunistici tipici del continente europeo che coesistono con altri propri del Nordafrica e del Medio Oriente.
Gli endemismi faunistici della Sardegna riguardano specie o sottospecie presenti esclusivamente nell’isola, spesso distribuiti, anche in ambito regionale, in areali limitati con individui poco numerosi e per lo più frutto delle particolari condizioni di isolamento geografico o etologico. Rientrano in questa categoria le cinque specie di Geotritoni esclusive della Sardegna, e l’Euprotto sardo, con una distribuzione fortemente localizzata per il loro particolare habitat. Esistono inoltre 4 sottospecie endemiche di uccelli: sono il fringuello, il Picchio rosso maggiore, la cinciallegra e la ghiandaia.
Specie e sottospecie sarde, endemiche e non, presentano differenze, più o meno marcate, riguardanti morfologia, fisiologia e etologia, ma un carattere ricorrente nella fauna sarda è la minor taglia rispetto agli esemplari del continente, probabilmente carattere morfologico distintivo delle specie e sottospecie sarde, particolare diffuso fra tutti gli endemismi sia mammiferi che uccelli, rettili ed anfibi.
La differenza di mole è diffusa oltre che tra gli animali selvatici anche tra quelli domestici, il cui esempio più evidente è rappresentato dai cavallini della Giara, razza selvatica di origine ignota, considerata vero fossile vivente poiché ha conservato intatti alcuni caratteri originali della specie, insieme all’asinello sardo nelle due varianti grigio ed albino, quest’ultimo endemico della Sardegna e presente solo ed esclusivamente nell’isola dell’Asinara.
Altre razze autoctone in Sardegna sono rappresentate da bovini ed ovini.
Il bovino presente in Sardegna sin dal periodo nuragico e del quale esistevano 25.000 esemplari ancora geneticamente puri negli anni ottanta, allevati allo stato brado nei pascoli più inaccessibili, presenta caratteri morfologici e funzionali riconducibili al Bos Macrocerus, suo autentico progenitore del quale conserva i caratteri non condivisi con le altre razze autoctone del continente.
Oltre alla taglia inferiore comune a tutti gli endemismi sardi, presenta corna rivolte all’indietro, una buona predisposizione all’ingrassamento, estrema variabilità nella colorazione del mantello e una costituzione muscolare asciutta. La pecora invece presenta caratteri morfologici più variabili dovuti al costante miglioramento al quale è stata sottoposta la razza originaria, rappresentati oltre che da una taglia inferiore, da un vello aperto con stinchi e testa nuda, assenza delle corna in ambo i sessi, anche se presenti sporadicamente allo stato rudimentale in alcuni maschi, coda lunga e sottile e una costituzione fisica asciutta.
Millenni di selezione hanno costruito una razza ritenuta erroneamente per lungo tempo adatta per latte, carne e lana, che le condizioni estreme di pascolo hanno invece specializzato nella produzione lattifera, sincronizzando perfettamente il ciclo riproduttivo con quello fenologico che ha determinato il diffondersi dell’allevamento di questa razza anche in altre regioni continentali legato all’alta produttività lattifera della stessa.

Un capitolo a parte, tra gli ungulati tipici dell’isola, è rappresentato dal Muflone, ritenuto da alcuni, specie endemica originaria ed esclusiva di Sardegna e Corsica, successivamente introdotto anche nel continente, dove si è diffuso.


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