ERCOLANO SI RIPRENDE GLI ANTICHI SITI.

“A distanza di 50 anni dagli ultimi scavi archeologici nel sito di Ercolano potranno riprendere nuovi interventi grazie alle opere di abbattimento degli edifici che coprono parte rilevante dell’area ed in particolare la Basilica dove si trovavano le statue equestri di M.Nonio Balbo. Si potenzierà così la fruibilità di un parco archeologico che è sempre più visitato ma che oggi ha aperto al pubblico soltanto sette insulae: nei primi cinque mesi del 2007 sono entrati 149.704 visitatori rispetto ai 140.146 del 2006. Complessivamente nel circuito campania>artecard vi è stato un incremento del + 7 per cento. Questi dati confermano l’importanza di azioni congiunte di valorizzazione”.

E’ quanto affermato dall’assessore regionale al Turismo ed ai Beni Culturali, Marco Di Lello, nel corso del sopralluogo per l’avvio dei lavori di abbattimento del complesso di edifici disabitati che sorgono a ridosso dell’area archeologica dal lato di via Mare.

Hanno preso parte al sopralluogo il direttore regionale per i Beni Culturali, Stefano De Caro, il soprintendente di Pompei, Pietro Guzzo ed il sindaco di Ercolano, Nino Daniele.

Con l’abbattimento dei ruderi di Via Mare e di Via Cortili prende il via un programma di valorizzazione degli Scavi di Ercolano grazie all’azione sinergica di Regione Campania, Assessorato al Turismo ed ai Beni Culturali, Direzione regionale per i Beni e le Attività produttive, Soprintendenza Archeologica di Pompei e Comune di Ercolano.

Si realizzano a seguito di un protocollo d’intesa tra le istituzioni competenti una serie di interventi che prevedono la messa in sicurezza delle aree limitrofe al sito archeologico ubicate tra Corso Resina, Via Mare e Via Cortili, un programma di riqualificazione sociale ed urbana ed il potenziamento delle iniziative di promozione del patrimonio storico, architettonico ed archeologico della cittadina vesuviana.

Gli Scavi di Ercolano, sono inseriti nel circuito di campania>artecard, e contano ogni anno circa 300 mila visitatori che sono attratti dai luoghi dove un tempo i patrizi romani edificarono sontuose ville, come quella suburbana dei Papiri. E dove poi in età augustea vennero costruiti o profondamente restaurati molti edifici pubblici fra cui le mura e l’acquedotto, le terme centrali, il teatro, la basilica, la palestra.

Nel 79 d.C. erano ancora in corso i restauri per il terremoto del 62 d.C. quando si verificò la tragica eruzione del Vesuvio: la città fu dapprima travolta da nubi ardenti di gas e ceneri ad altissima temperatura che provocarono la morte, per shock termico, degli Ercolanesi, e seppellirono le abitazioni sotto una coltre di ceneri alta fino a 30 metri.

Secoli dopo e cioè nel 1709 per caso durante la perforazione di un pozzo si comprese che vi era un tesoro archeologico sommerso: i primi scavi ufficiali, promossi dai Borbone, cominciarono nel 1738 con il sistema dei cunicoli. A differenza di Pompei, infatti, le rovine di Ercolano si trovano sommerse da un banco tufaceo durissimo alto anche 8-10 metri.

A ciò si deve aggiungere un’altra difficoltà: gran parte della città antica è coperta da quella nuova.

Oggi sono in corso ulteriori opere di valorizzazione con sette cantieri aperti e relativi al restauro della e musealizzazione della barca di Ercolano, il parco attrezzato, il ponte di attraversamento della città antica, il completamento
dell’antiquarium ercolanense ed il restauro di villa dei Papiri. Sono in corso altri interventi nella villa Maiuri e nella villa Ruggiero. Si investono risorse europee pari a 9 milioni di euro.

L’intervento che ha preso il via oggi e che si concluderà entro i prossimi 4 mesi renderà possibile ulteriori scavi che porteranno alla luce l’edificio monumentale denominato ‘Basilica’. Era, come risulta dalle descrizioni e da una pianta del tempo, una vasta aula rettangolare, divisa in tre parti da file di colonne. Nella parete di fondo era un’esedra con ai lati due nicchie minori, dov’erano raffigurati Teseo col Minotauro ed Ercole con Telefo. Tutte le pareti, del resto, erano ornate da un’interessantissima serie di dipinti, alcuni dei quali sono stati staccati e si trovano al Museo Nazionale di Napoli], mentre altri sono andati irrimediabilmente
perduti.

Nell’edificio, inoltre, venne rinvenuto un gran numero di sculture marmoree e bronzee, tra cui due statue equestri di M.Nonio
Balbo, le statue-ritratto del padre, della madre e delle figlie di questi ed alcune statue imperiali.

Da: Elisabetta Donadono [donadono@gmail.com]
(nella foto: case moderne sugli antichi siti)


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