EGITTOMANIA A NAPOLI
Mario Carillo: Egittomania, Iside e il Mistero Al Museo Archeologico di Napoli fino al 27 febbraio 2007.
“Tu , che sei una e tutto”, la dedica alla dea Iside che un suo devoto campano le dedicò introduce alla mostra Egittomania, Iside e il Mistero, inaugurata, giovedì 12 ottobre, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’esposizione ripercorre i stretti contatti tra la Campania e l’Egitto che risalgono all’VIII secolo a.C. Ricchissima la documentazione del tempio di Iside di Pompei, una costruzione del II secolo a.C. che data i rapporti commerciali che intercorrevano tra Pompei e gli empori dell’Oriente. Giungevano fino a noi, oggetti d’oro, d’argento, di bronzo, d’avorio, e certamente tessuti raffinati e altri beni di lusso, come una congerie di amuleti e altri oggetti egiziani ed egittizzanti, che hanno da sempre attirato l’attenzione degli studiosi. Nel percorso molti gli amuleti in forma di scarabei, collane, statuette e altri reperti archeologici, alcuni mai visti prima d’ora e la cui esposizione consente di conoscere i contatti che molte città della regione ebbero con l’Egitto. La medicina egizia prevedeva aspetti magici e religiosi con l’uso di amuleti, riproducenti divinità e simboli sacri. Il Museo Archeologico di Napoli possiede la più ricca collezione di reperti egiziani, dopo la raccolta del Museo Egizio di Torino. Il nucleo di base venne costituito da Ferdinando IV di Borbone. Numerose le statue, la più importante quella del Neoforo Farnese, in basalto, sfingi, puttini di marmo, in terracotta, papiri e mummie umane e di coccodrillo. Nell’ultima sezione della mostra, la produzione artigianale, artistica e architettonica di età moderna che documenta come anche le elites borboniche nel Settecento e Ottocento condivisero il gusto per lo stile egizio.
Nella diffusione in Occidente del culto di Iside, una delle più importanti divinità egiziane, sposa di Osiride e madre di Horus-Arpocrate, protettrice della regalità, risulta inevitabile il sincretismo con altre divinità femminili del mondo greco-romano. A Puteoli, a Pompei, a Cuma e a Benevento, Iside assume, oltre all’aspetto di madre e sposa devota, prevalentemente il carattere popolare di Iside Tyche-Fortuna, “colei che vince il Fato e a cui il Fato obbedisce”, protettrice della navigazione. Negli Isei si svolgevano rituali liturgici di tipo misterico: l’iniziato al culto iliaco doveva sostenere una prova ed accettare la regola della segretezza, con un percorso rituale che lo portava ad attraversare simbolicamente le esperienze della morte e della rinascita.
“C’è un profondo e complesso legame – ha dichiarato Antonio Bassolino, Presidente della Regione – tra la principale divinità egizia, Iside e la nostra regione. Un legame allo stesso tempo suggestivo e affascinante, che questa mostra, frutto della collaborazione tra la Regione Campania e il Ministero per i i Beni culturali, cerca di analizzare e “raccontare” con dovizia di particolari”.
La statua del Nilo con l’omonima via, nel corpo di Napoli, via Egiziaca a Pizzofalcone, Via Egiziaca a Forcella, testimoniano il legame tra la città di Partenope e l’antico Egitto. Curatore della mostra e del catalogo Stefano De Caro, Direttore Regionale per i Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta. Organizzazione e promozione Mondadori Electa.
Orari dalle 9 alle 19,30. Chiuso il martedì. Ultimo giorno 26 febbraio 2007.
Per ulteriori informazioni consultare il sito www.electaweb.com
Mario Carillo [mcarill@tin.it]


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