MIMMO CASTELLANO NON E’PIU’.
E’ venuto a mancare il collega Mimmo Castellano, Segretario generale aggiunto FNSI e componente Direttivo Assostampa Campania.
I funerali si terranno oggi pomeriggio alle ore 16 nella Chiesa Maria Santissima del Carmine – Via del Carmine, 26 – Castellammare di Stabia.
Napoli, 16/06/2008
Il Presidente
Enzo Colimoro
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IL RICORDO DI GIANPAOLO NECCO
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E così, caro Mimmo, te ne sei andato anche tu.
Ho letto della tua dipartita su una email dell’associazione stampa questo pomeriggio, mentre si svolgevano i tuoi funerali. Peccato non esserci stato ma ti ricordo sempre. Con quel mezzo sigaro in bocca, lo sguardo acuto e inquisitore, il fare a volte benevolo e a volte brusco: ma era del tutto normale, per te. Eri tu.
Francesco lo diceva sempre e me lo ricordava appena poteva: dopo la vita c’è solo la morte.
Ma che vita, la tua.
Tutti avevano sempre bisogno di dirti qualcosa. Di chiederti e di sapere. Di chiedere ed avere. E tu davi: sempre. Senza risparmiarti e senza mai chiedere per te. Nemmeno quando ti sarebbe stato necessario lo hai fatto.
Uomo e galantuomo: d’altri tempi, certo. Ma che viveva in un mondo che s’era costruito per darlo agli altri: e sono certo che non c’è un giornalista che non gli debba qualcosa. Dirgli grazie non una volta ma almeno una volta l’anno: quando si va a rinnovare la tessera ricevuta dalle sue mani. Quella tessera diventava un solido legame tra lui ed il novello giornalista, per ogni incombenza.
Un amico sempre presente, a tutte le ore del giorno. Uno che se lo chiamavi in piena notte non ti dava del pazzo, non si scocciava ma correva dove era necessario. Più di un medico.
Uno che si faceva in quattro per aiutare chicchessia. I buoni e quelli meritevoli.
Ma non disdegnava consigli anche ai più retrivi, anche a quelli che facevano da sé, tra quelli io.
Ne abbiamo fatte di litigate, lo ricordo bene, però senza mai trascendere, faceva parte del nostro carattere: ma era lo stesso con Francesco. E dopo al bar a bere acqua ghiacciata.
Quante riunioni a Napoli per questo o quelli.
Quanti viaggi a Roma per questo o quelli.
E quanti altri viaggi per la Campania e per l’Italia per verificare sul campo i malumori o le insoddisfazioni degli altri anche se fosse stato per uno solo..
Ma anche per difendere gli interessi della categoria con o contro tutti, per onorare i suoi incarichi ma anche per ascoltare quello che volevano i giornalisti.
Memorabile la lotta per il tesserino dei pubblicisti affinché l’avessero dello stesso colore di quello dei professionisti.
Memorabili ed infinite le giornate con quelli del “palazzo” per ribadire l’applicazione della legge per gli uffici stampa.
Memorabili e già da rimpiangere gli appelli alle sue truppe “cammellate”. L’espressione non offenda alcuno: mi fu spiegato da un altro Mimmo e anche dallo stesso Francesco che erano i colleghi che si stringevano attorno a lui quando si era chiamati a votare, oppure quando c’era da protestare e far numero.E veniva fuori il Mimmo combattivo, tenace e vincente.
Per questo suo modo d’essere non gli son venuti mai meno gli amici. Tantissimi.
Non aveva orari, nemmeno se stava male,( e negli ultimi tempi lo vedevo soffrire in silenzio, senza smorfie), se aveva sonno o se era affamato o stanco: prima i colleghi, i pubblicisti, gli amici.
Forse nemmeno più si lamentavano in famiglia, che poi s’è trovata ad aiutarlo in questo suo modo di vivere la vita. Ma verso la famiglia lui aveva tutte le attenzioni, trovava il tempo giusto e alla fine tornava ad essere marito, padre e uomo normale. Ma và anche detto che Mimmo senza la sua missione che svolgeva per gli altri, non sarebbe mai stato il Mimmo che tutti conoscevano. Non lo voleva nemmeno lui: abbandonare un amico sol perché c’era un’altra cosa da fare? Giammai.
Il suo vezzo? Chiamava “caro” baciandoli, tutti quelli che incontrava, poi tendeva l’orecchio per ascoltarli e infine li salutava abbracciandoli.
Ora non più.
Ora mi piace pensare che con Francesco sta facendosi una di quelle litigate che in terra, raggiunto lo scopo, poi finivano in abbracci e baci.
Ed è quello che, in attesa di incontrarvi, invio a voi due: abbracci e baci.
Ciao, Gianpaolo
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