Don Peppino Diana ricordato alla Camera dei Deputati nel quindicesimo anniversario del suo assassinio.
Luisa Bossa (deputato Pd): “ Uno splendido esempio di uomo, di cristiano, di prete e di cittadino. La sua morte, paradossalmente, profuma di vita. Don Peppino rinasce nella mobilitazione di migliaia di giovani, oggi in piazza a Casal di principe”.
La Camera dei Deputati ricorda don Peppino Diana, nel giorno del quindicesimo anniversario del suo assassinio nella sagrestia della parrocchia di Casal di Principe. L’intervento di commemorazione è stato chiesto da Luisa Bossa, deputato Pd, componente della commissione antimafia ed ex Sindaco di Ercolano, e accordato dal presidente Fini. “Era nostro dovere – dice l’on. Bossa – ricordare questa straordinaria figura di uomo, di cristiano, di prete, di cittadino, ucciso dalla camorra quindici anni fa, proprio nel giorno del suo onomastico”.
“Quella di don Peppino – ha detto l’on. Bossa nell’aula di Montecitorio – era una voce libera che si alzava da un territorio sotto ricatto. Fu ucciso da un clan di camorra, di cui oggi si parla molto grazie allo splendido lavoro di scrittori come Saviano e di magistrati come Raffaele Cantone. All’epoca pochi sapevano chi fossero i Casalesi, quale potenza di fuoco fossero in grado di esprimere, quale capacità pervasiva di penetrazione sui territori avevano, quale abilità nell’entrare nei circuiti economici internazionali. Così potenti e così arroganti da varcare il portone di una chiesa, di prima mattina, entrare in sagrestia, chiamare don Peppino, aspettare che si girasse e sparargli al volto, come si fa contro chi ha il “vizio” di parlare troppo”.
“ In questi quindici anni – ha continuato l’on. Bossa -, il dolore per la morte di don Peppino non si è mai sopito. I suoi anziani genitori Gennaro e Iolanda, a cui va il nostro abbraccio, lo ricordano con commozione e fermezza. Grazie al lavoro di don Luigi Ciotti e della rete di associazioni antimafia del territorio, il nome di don Peppino è un simbolo. Don Diana, con tutte le altre vittime della criminalità organizzata, torna continuamente a vivere perché, come hanno ricordato i genitori del sacerdote, “la morte di Peppino, paradossalmente, profuma di vita, alimenta la speranza, aiuta le persone a costruire percorsi per includere chi è in difficoltà”.
“ Vorrei concludere questo ricordo – ha, infine, detto l’on. Bossa – con una frase che don Peppino usò in un suo celebre documento. Lo scrisse nel Natale del 1991: era un atto di denuncia contro la camorra e un appello alla Chiesa affinché si facesse alfiere della lotta alla criminalità. Il titolo di quel documento era “per amore del mio popolo non tacerò”. Facciamo in modo che questa frase risuoni anche nel nostro lavoro politico, in questa aula e nel nostro impegno quotidiano. Il coraggio della denuncia. Il coraggio della lotta contro la criminalità e contro le ingiustizie. Il coraggio di ricordare non solo con le parole ma con azioni, gesti, politiche”.
da: Antonio Menna [antoniomenna@camera.it]
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San Leucio(Ce)- Ambasciatrice Pace Agnese Ginocchio ospite all’Istituto Collecini ha ricordato a giovani e genitori la figura di don Peppino Diana
San Leucio(Caserta)- Nell’ambito della manifestazione scolastica che ha visto riuniti tutti gli alunni della scuola media dell’ Istituto comprensivo “F. Collecini “del sito reale di S. Leucio diretto dal dott. Michele Lamacchia, é stata ospite l’Ambasciatrice e cantautrice internazionale per la Pace Agnese Ginocchio. La Donna di Pace Agnese Ginocchio, portando i saluti al preside Lamacchia, all’intero corpo docenti della scuola, all’insegnate Rosanna Santucci, sua prima insegnante di scuola media, e alla docente regista teatrale Angela Calabretti con la quale qualche anno fa fu possibile realizzare il progetto educativo denominato: “Il fuoco della Pace “, vero e proprio tour sulla Pace che toccò i plessi staccati del Collecini di: Sala, Puccianiello, Casolla, Ercole, Briano e San Leucio, evidenziando la nomina conferita alla scuola di “Scuola Ambasciatrice per la Pace“, ha ricordato il ruolo fondamentale che ha l’Istituto Collecini oggi, quello cioé di essere sempre promotore ed educatore di Pace. “Oggi” – ha continuato la Testimonial della Pace – ” desideriamo ricordare la memoria di un grande uomo testimone di Pace: don Peppe Diana, che proprio in questa giornata 15 anni cadeva sotto i colpi d’arma da fuoco dei sicari dei clan casalesi. Don Peppe Diana era considerato una voce scomoda. Oggi”- ha incalzato la testimonial della Pace- “c’é bisogno di un grande risveglio delle coscienze, c’é bisogno di educare alla convivenza civile e alla Pace. Diventa necessario ed indispensabile per noi tutti, a partire dagli educatori e dai genitori, educare i propri figli innanzitutto ai valori. Diventa urgente allora scendere in campo e dare il proprio contributo per migliorare le condizioni . Potremo dire di stare bene solo se vedremo stare bene il nostro mondo intorno a noi, il nostro prossimo. Ma finché ci saranno situazioni di ingiustizia e di violenza, di omertà e di illegalità non potremo dire di sentirci bene. Se non daremo il nostro contributo per migliorare le cose non faremo altro che offrire ai nostri figli un futuro sempre più precario ed infelice. Abbiamo il dovere e l’urgenza di farlo, soprattutto per loro, e se siamo genitori, educatori, non possiamo sottrarci da questo compito, ne starcene con le mani in mano aspettando che cambino le cose. Don Peppino Diana ce ne ha dato l’esempio: Lui con il suo metodo educativo aveva creato un movimento di risveglio delle coscienze, un movimento in grado di suscitare responsabilità d’azione e un forte senso di ribellione di fronte alle azioni illecite della criminalità. Egli aveva vinto la sua battaglia con la forza nonviolenta e disarmante dell’amore e della carità, condizione necessaria per costruire Pace e sicurezza. Abbiamo dunque il dovere di diferndere il futuro dei nostri figli e di difendere i loro sogni più veri di Speranza. Diamoci da fare perché vinca la vita..Shalom.. Pace..”! Al termine dell’ intervento della testimonial della Pace scroscianti applausi sono trasaliti soprattutto dai giovani allievi della scuola, fecendo intendere di avere compreso molto bene il discorso dell’Ambasciatrice della Pace. “Agnese”-ha esclamato la docente Calabretti- ” la prossima volta porta la chitarra per farci ascoltare il canto che hai dedicato alla memoria di don Peppe Diana”.
da: ufficiostampamovimento [ass.gentedel2000@katamail.com]
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