Cure Palliative, i provvedimenti emanati dalla Regione nei giorni scorsi sono un primo passo per colmare divario tra Nord e Sud
Il direttore dell’Osservatorio regionale Cure palliative Sergio Canzanella, in merito ai provvedimenti emanati in questi giorni dalla Regione, ha sottolineato che “il Presidente De Luca sta mantenendo gli impegni assunti. Infatti, con il D.C.A. n. 72 del 21 dicembre 2017 pubblicato sul B.U.R.C. n. 1 del 2 gennaio 2018 ha approvato la modulistica per nuovi accreditamenti per S.U.A.P. ed Hospice al fine di colmare il divario tra il Nord ed il Sud, ma per il completamento dello sviluppo delle cure palliative in Campania solo questi provvedimenti non bastano, bisogna avviare una intensa campagna di informazione dei cittadini per sensibilizzarli sul diritto ad accedere alla Cure Palliative negli anni 2018/2020; bisogna istituire la Rete Regionale e Locali di Cure Palliative nelle AA.SS.LL., nelle AA.OO.RR.NN., nelle AA.OO.UU.PP. e neGLI ii.rr.cc.cc.ss. per rendere omogeneo ed esigibile il diritto di accesso a tali cure, per qualunque patologia evolutiva durante tutto il suo decorso, per ogni età ed in ogni luogo di cura (Hospice, Domiciliare, Day Hospice, Ambulatorio), come sancito dalla Legge n. 38/10 e successivi Atti di Intesa Stato-Regioni; in analogia alla Legge Regionale n.33/17 istitutiva sul Care-Giver, bisogna approvare la Legge relativa alla formazione del volontariato in Cure Palliative come previsto dalla Legge n. 38/10; bisogna attivare l’accreditamento istituzionale delle strutture del Terzo settore, previsto dalla Legge n. 38/10, al fine di consentire la loro partecipazione alla Rete Regionale e Locali di Cure Palliative nel rispetto degli standard di qualità delle cure erogate; infine, bisogna intervenire rapidamente affinchè nei ricoveri ordinari in Ospedale venga applicato l’art. 38 comma 2 dei L.E.A., ossia, venga riconosciuto ai malati oncologici e non, il diritto alle cure palliative, alla terapia del dolore ed alle simultaneous care, che garantiscono una migliore qualità di vita, un miglior controllo dei sintomi, una riduzione della depressione e dell’ansia ed un minore stress emotivo dei care-giver consentendo agli stessi una sopravvivenza maggiore di tre mesi rispetto ai malati gestiti con il trattamento oncologico standard”.
da: Albatros Comunicazione


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