Crudeltà umana: la moda dei portachiavi con tartarughe e pesci vivi
di Oscar Grazioli

Quando si parla di animalisti, protezionisti, ambientalisti e altri “isti” che hanno a che fare con il benessere animale, di solito si pensa ai cani e ai gatti principalmente, poi magari anche ai cavalli, agli animali negli allevamenti intensivi e a quelli che vengono cacciati nei boschi o nei cieli.Troppo raramente si pensa e si parla di pesci, anfibi, rettili e animali impropriamente detti”minori”.
A proposito di rane, salamandre, rospi e tritoni, insomma di anfibi, vi segnalo l’eccellente articolo che esce su Geo di questo mese, corredato da fotografie superlative.
Purtroppo per i nostri antichi compagni di fiumi e stagni non è un bel periodo, per dirla con un eufemismo, in quanto stanno andando incontro a una scomparsa massiccia che potrebbe portarli all’estinzione totale sulla faccia del mondo a causa di un virus particolarmente maligno.Scrivevo dunque dei pesci, gli eterni dimenticati.
Fino a pochi anni fa, ma ancora oggi in varie regioni d’Italia, qualunque Luna Park, fisso o ambulante, non era tale se mancava il tendone con le boccette dei pesci rosse e le palline da ping pong con le quali i bambini tentavano di fare centro portandosi a casa il classico pesce rosso nel sacchettino di nylon con tre dita d’acqua dentro.
La sua misera fine era quella di finire nella boccia da un paio di litri, perfettamente tonda, dove poteva nuotare (appunto in tondo) fino alla fine dei suoi giorni che di norma erano pochi, ma talvolta si tramutavano in anni d’agonia.
La robustezza del Carassio infatti fa sì che possa sopravvivere anni a tutto; acqua dura, sporca, fredda, calda, poca, piena d’alghe, scarsa d’ossigeno. In più questo pesce dimostra anche una certa resistenza alle malattie: ho visto Carassi aurei vivere per anni con gli occhi in fuori, praticamente esplosi, completamente desquamati e con una linea di galleggiamento a 45 gradi, segno di gravi disfunzioni neurologiche.
Se si considera che, contrariamente a quanto si pensa, i pesci rossi necessitano di molto spazio a disposizione (non meno di 30 – 50 litri d’acqua a testa) e che si tratta di specie fortemente gregarie che soffrono la solitudine, si può avere un’idea di quanto dolore, fisico e psichico, abbiamo inferto nei decenni, a questi animali vinti nelle lotterie di campagna e nei più blasonati Luna Park.Diversi comuni hanno (Roma, Firenze, Reggio Emilia ecc.) hanno finalmente emanato un regolamento secondo il quale si fa divieto di metterli in vendita (o regalo) nelle fiere ambulanti e chi li acquista deve anche munirsi di acquari adeguati (divieto della boccia rotonda!).
Si tratta di misure molto parziali, molto “locali” spesso emanate con poca convinzione dagli stessi amministratori e quindi anche poco osservate e sanzionate.
Mi ha fatto pensare ai pesci rossi la nuova moda che viene… indovinate un po’da dove?
Pesciolini rossi e piccole tartarughe sono imprigionati in portachiavi contenenti poca acqua colorata, dove avranno breve e sofferta vita. Un regalo che va molto di moda in quel paese che dovreste indovinare rapidamente.
( da Tiscali Animali )

Categorie: Mare e Pesca

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