CRONACHE DAL CILENTO
Appassionati di fagioli vi siete persi la sagra di Controne? Niente paura alla fine dell’anno, dal 28 al 30 dicembre, si replica a Gorga, laddove comincia il vero Cilento.

FAGIOLI PER PALATI DELICATI. Sono i fagioli “della Regina” poichè erano gli unici che la schizzinosa Maria Carolina, la regina austriaca recentemente raccontata in un film della Wertmuller, accettasse sulla sua tavola. Venivano da Stio, o meglio dalla sua frazione di Gorga, oggi affacciata sul lago artificiale dell’Alento, e dove il santo patrono (c’entrano i fagioli?) è proprio San Gennaro. Segni distintivi: di colore bianco, di grandezza piccolo – media e con un tegumento sottile che consente un’ottima cottura del prodotto, esaltandone le caratteristiche organolettiche. Così come ai tempi di Maria Carolina, oggi quei fagioli sono coltivati in maniera biologica. Sarà possibile gustarli il 28, 29 e 30 dicembre, direttamente a Gorga.
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GORGHESI, I CILENTANI COL CERVELLO FINO
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Gorga, il villaggio dove ha origine il Cilento.
L’appuntamento è al bar centrale di Stio. E’ tutta qui l’agorà del paese. E’ un giorno di festa, sono tornati molti emigrati, soprattutto salernitani e battipagliesi, prima o poi tra questi tavolini ci passeranno tutti. Il locale è pieno di donne: sono giovani e belle. E’ la prima smentita alla vecchia immagine di un Cilento interno ancora immobile e tradizionalista. Non a caso S. Pasquale Baylon, il santo delle donne, è il protettore di Stio. E così il mio primo incontro è in “rosa”, con Angelo Trotta, fotografo, ha poco più di settant’anni ed ha raccolto nel libro “Sposi dell’Alto Cilento”, 322 scatti di matrimoni cilentani degli anni Sessanta e Settanta. Per lui è il “libro delle spose” .La parte descrittiva è tradotta finanche in finlandese. Gorga, la frazione è a poco meno di un paio di chilometri. Gorga, gorges, fiotto d’acqua dal latino, c’è da poco da avere dubbi: qui è, a 895 metri d’altitudine sul monte “Le corne”, dove nasce l’Alento. Cilento viene da Alento, ormai gli studiosi non hanno più dubbi. Nell’area pic nic posta all’ingresso della località la famiglia di Albino Santangelo è impegnata, con altre famiglie amiche, al barbecue ad arrostire carne. “Dovete favorire”, brindiamo con un goccio della loro grappa rende la nostra visita al borgo – culla del Cilento un po’ più allegra. E sciami di ragazzine (“hanno la bellezza di Nausicaa”, direbbe Giuseppe Liuccio) rendono il paesaggio decisamente gradevole. Tra case contadine, caprette e pecorelle al pascolo, spuntano le abitazioni dell’ottima borghesia terriera. Tutta di pietra e di grande pregio è casa Lettieri. Sono passati cinque secoli da quando il grande grammatico Camillio Valio dichiarò come “Gurga mihi patria est, gelidis uberrima lynphis. Quam cingunt colles, subter devolvitur Amnis. Qui caput Halenti…”. L’Alento, Nobilis Amnis come lo chiama Cicerone in una lettera a Trebazio, è storicamente importante per aver ospitato la civiltà eleatica, quella di Parmenide e Zenone. L’Alento nasce qui a Gorga. Acqua, storia e allegria, integrità di costumi di vita e di ambienti naturali. E grandi scorpacciate di capra bollita, il piatto tradizionale del luogo, e degli straordinari “fagioli della Regina”.
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STIO E GORGA NON SONO LA STESSA COSA
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Il punto di differenziazione è nel dialetto. E’ più largo di quello che parlano dall’altra parte della “Sella”, dove c’è il paese di Stio. Più vicino al napoletano che alla classica inflessione cilentana e lucana. Il patrono è San Gennaro, c’era il convento di S. Maria del Soccorso e c’è cappella si S. Maria della Salute. I cognomi più diffusi? Santangelo ed Infante. “Quando parlano a Gorga tra di loro ti sembra di stare a S. Lucia”, dicono a Stio.
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QUANDO IL MEDICO DI CASA REALE…
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…VI PORTO’ FANFANI.
“Sposò una contessa Caetani, la medicina e la Democrazia Cristiana e non lo fermò più nessuno”, dicono ancora oggi a Gorga quando parlano di Raffaele Lettieri. Grazie a lui, fino a quasi tutti gli anni Cinquanta Gorga fu la vera capitale politica del Cilento. Fece costruire una scuola con 50 aule, e poi strade ed apr cantieri che hanno fatto vivere per decenni tante famiglie della zona. “Nel 1954, Amintore Fanfani, fu, per quattro giorni, ospite a casa Lettieri a Gorga. In groppa ad un asinello girò per diversi paesi. Venne a rendersi conto di persona di ciò che il Cilento aveva bisogno”, racconta zio Ciccio, che dell’onorevole Lettieri fu fattore -segretario e vista la mole anche guardaspalle. “Dirigeva cinque cliniche, il “Da Procida” di Salerno e, in tutta la sua carriera, ha fatto più di 45mila interventi chirurgici”, aggiunge ancora. Già medico dei Savoia quando stavano a Napoli, in Parlamento Lettieri ci stette dall’Assemblea Costituente al 1953, fu docente universitario e direttore delle cattedre di chirurgia alla Federico II. Il segno della sua potenza sono gli 800 milioni di lire del 1954 che fece spendere per realizzare la strada che doveva unire direttamente Stio con Agropoli. L’opera è stata realizzata parzialmente e manca ancora di soli 4 km. E’ di importanza strategica visto che in poco più di mezz’ora porta dal mare al massiccio del Cervati e verso il Vallo di Diano. “Qui venivano Sullo, Scarlato, Perlingieri, il prefetto, e tutta la Napoli e la Salerno che comandava. E Gorga la vestivamo a festa facendo apparate di mortelle lunghe diverse chilometri”, racconta ancora zio Ciccio.
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DA SINDACO A SINDACO
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Raffaele Lettieri morì nel 1958 e fu l’ultimo sindaco di Stio originario di Gorga. Dopo più di quarant’anni su quella poltrona è seduto un altro “gorghese”, Pasquale Caroccia. Avvocato, è più giovane dell’età che dimostra apparentemente. Libero professionista ha sempre respinto le lusinghe del posto fisso. Per 13 anni è stato il vicesindaco. E’ un pragmatico, ma nell’azione amministrativa mette il sincero attaccamento a questi posti che non ammettono mezze misure: si amano o si odiano. E Caroccia di Stio e Gorga conosce fino all’ultimo vicoletto buio. Ha raccolto la difficile eredità di Natalino Barbato, ottimo medico e politico capace e sperimentato, da molti ritenuto l’epigone di Raffaele Lettieri.

da: Oreste Mottola
Cellulare 338 4624615
orestemottola@gmail.com


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