3 NOVEMBRE 2005

LA IV COMMISSIONE CONSILIARE APPROVA ALL’UNANIMITÀ IL DISEGNO DI LEGGE PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’ARCHITETTURA RURALE.

Il Disegno di Legge “Norme in materia di tutela salvaguardia e valorizzazione dell’architettura rurale tradizionale”,proposto dall’Assessorato ai Beni Culturali della Giunta regionale della Campania, è stato approvato all’unanimità dalla IV Commissione Consiliare del Consiglio regionale della Campania.
Si tratta di sette articoli che disciplinano la tutela e la valorizzazione dell’architettura rurale tradizionale, cioè degli insediamenti agricoli, edifici o fabbricati rurali presenti nel territorio campano, realizzati tra il XIII e XIX secolo e che costituiscono testimonianza dell’economia rurale tradizionale. In particolare, si stabilisce il censimento del patrimonio rurale, le tipologie e gli interventi da attuare.
La Giunta regionale, inoltre, sentita la Direzione regionale per i Beni culturali e Paesaggistici deve individuare le tipologie facenti parte del patrimonio rurale.
La normativa dispone inoltre che possono essere concessi contributi regionali per eseguire opere di ristrutturazione, manutenzione straordinaria, consolidamento e restauro nonché adeguamento impiantistico e funzionale.
Il disegno di legge individua i requisiti per accedere ai contributi: il 55 per cento del costo dell’intervento deve essere a carico del proprietario che non deve modificare la destinazione d’uso e vendere la struttura senza l’autorizzazione regionale. Infine, si deve consentire l’accesso pubblico nell’edificio rurale per almeno un giorno al mese.

“Queste previsioni sono state elaborate nella consapevolezza che la Campania è un territorio ad alta vocazione culturale. Il patrimonio rurale è parte integrante di quello culturale e deve essere adeguatamente valorizzato come abbiamo da tempo indicato in tutte le iniziative regionali. – dichiara l’assessore al Turismo e Beni Culturali, Marco Di Lello – Si stima ci siano nel territorio regionale 30.000 masserie inutilizzate ed a rischio estinzione pertanto la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio costituisce una azione fondamentale nella direzione di ampliare l’offerta turistica. Riteniamo, infatti, che disciplinare iniziative che si interessino del recupero degli insediamenti di architettura rurale consentirà di individuare nuovi poli di attrazione turistica”.

“E’ significativo come il Disegno di Legge sia stato approvato all’unanimità – afferma il vice-presidente della IV Commissione Consiliare, Giuseppe Sarnataro – frutto del lavoro di sinergia tra Giunta e Consiglio. E’ un provvedimento importante che deve essere punto di partenza di iniziative importanti per il territorio ricchissimo di testimonianze di architettura rurale spesso aggredite dal degrado, dall’abusivismo ed dall’abbandono. Grazie alla legge sarà possibile avviare interventi di restauro e recupero consentendo alla collettività di fruire di nuovi spazi culturali”.

“La IV Commissione Consiliare ha licenziato una buona proposta legislativa tesa alla salvaguardia del patrimonio rurale che ha grande significato non soltanto nelle zone agricole ma anche nelle aree urbane. – dichiara il segretario della IV Commissione Consiliare, Pasquale Marrazzo – Ci sono fabbricati rurali che potranno essere aperti ai visitatori così da arricchire la conoscenza delle giovani generazioni e di chi ignora la loro importanza storico artistica. Ci sono, ad esempio, edifici che risalgono addirittura ai Borbone. Si offrono così strumenti concreti per avviare opere di recupero e restauro”.
NAPOLI, 03 NOV – Il Consigliere regionale Angelo Brancaccio (DS), Segretario della Presidenza del Consiglio Regionale, interviene sulla proposta del consigliere Romano di un accordo istituzionale in tutti gli enti consortili della Provincia di Caserta
“Ho letto con vivo interesse la proposta avanzata sulla stampa dal collega Paolo Romano sulla necessità di addivenire ad accordi istituzionali in tutti gli enti strumentali e consorzi vari della provincia di Caserta. E’ francamente una proposta equilibrata e sensata che mi ritrova pienamente d’accordo perché pone al centro della discussione la necessità della governabilità di enti che gestiscono servizi fondamentali sui territori e che quindi la loro paralisi nuoce gravemente i diritti delle collettività. Non si può pensare, così come è avvenuto negli ultimi anni e così come ho più volte denunciato pubblicamente, di legare il funzionamento degli enti alla vittoria elettorale di una coalizione politica di parte con il conseguente blocco delle attività laddove la parte politica non raggiunga maggioranze ampie o, peggio ancora, subire il ricatto di una forza politica o di un Comune socio che pur detenendo una piccola percentuale può determinare la caduta o meno di una gestione. E’ opportuno sempre tener presente che gli enti e i consorzi vari sono patrimonio di tutti e in quanto tali devono avere delle gestioni che siano il riflesso dell’intera espressione politico – elettorale del territorio. E’ giusto che la coalizione che detiene il consenso più alto abbia la maggioranza nel governo degli enti ma è altrettanto giusto che le forze di minoranza siano rappresentate con proporzioni inferiori negli organi di gestione. Questo tipo di accordo, propriamente detto istituzionale, ha il merito di garantire sempre e in ogni caso governo e stabilità di funzionamento e quindi di buon servizio all’utenza ovvero ai cittadini. Un modo efficace per sconfiggere la precarietà e la paralisi in settori strategici della vita pubblica. Ho la presunzione di rivendicare una sorta di primogenitura nella promozione di accordi istituzionali in provincia di Caserta. Difatti già da capogruppo di minoranza in Provincia con l’allora presidente Ventre, in più di una circostanza, con responsabilità e senso delle istituzioni, ho promosso la realizzazione di accordi istituzioni in diversi enti, tra cui l’ACMS, il cui modello di organizzazione gestionale oggi viene preso a riferimento da più parti. Ora, però, credo che dalla buone intenzioni bisogna passare ai fatti concreti: rivolgo pertanto un invito alle segreterie politiche del centrosinistra affinché prima possibile affrontino questa necessità proponendo un modello univoco per l’intera provincia e non delle soluzioni parziali. Il rinvio della discussione, infatti, può provocare degli accordi funzionali solo agli equilibri di questo o quel comune e non viceversa come è giusto che sia agl’interi schieramenti e quindi alle istituzioni che la politica nel suo insieme, di centrodestra e di centrosinistra, è chiamata a gestire nel modo più funzionale possibile agli interessi dei cittadini. Perciò ritengo che la discussione in atto al Consorzio GeoEco sulle modifiche statutarie vada affrontata con dei tempi adeguati ad una riflessione complessiva sull’intero sistema degli enti consortili della Provincia di Caserta”.


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