CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA: APPROVATA LEGGE NOMINE SANITA’
NAPOLI, 17 FEBBRAIO 2006 –
Il Consiglio regionale della Campania, presieduto da Sandra Lonardo, ha approvato a maggioranza, con il voto contrario dei consiglieri della Casa delle Libertà, il progetto di legge, integrativo alla legge regionale 3 novembre 1994 n. 32, che istituisce gli Elenchi degli aspiranti alla nomina a direttore amministrativo e a direttore sanitario di aziende sanitarie locali e di aziende ospedaliere e stabilisce i criteri e le modalità per il conferimento dell’incarico dirigenziale di direttore di struttura complessa di aziende sanitarie locali e di aziende ospedaliere.
La normativa approvata dall’assemblea (che ricalca il testo approvato all’unanimità dalla I Commissione, come modificato dal maxiemendamento sottoscritto dai capigruppo di maggioranza e da alcuni emendamenti proposti, e approvati all’unanimità, dal centrodestra) prevede che gli Elenchi vengono istituiti presso l’assessorato alla sanità della Regione Campania. La domanda, con l’allegato curriculum vitae, per ottenere l’iscrizione negli Elenchi può essere inoltrata dal 1° al 31 dicembre di ciascun anno e deve essere inviata all’assessorato alla sanità della Regione Campania con raccomandata con ricevuta di ritorno. I competenti uffici regionali dispongono gli opportuni controlli per la verifica della veridicità delle dichiarazioni relative ai titoli autocertificati dagli aspiranti. Gli elenchi avranno, dunque, durata annuale (e non quinquennale, come previsto nella testo originario), come proposto dal capogruppo di An, Francesco D’Ercole che, in tal senso, ha presentato un emendamento approvato all’unanimità,
I direttori amministrativi e sanitari sono nominati dal Direttore generale con provvedimento motivato fra gli iscritti agli Elenchi. I provvedimenti di nomina, insieme con i curricula degli interessati, vengono pubblicati sul sito web della Regione Campania.
Per quanto riguarda gli incarichi dirigenziali di direttore di struttura complessa, la legge prevede che essi vengano conferiti dal Direttore Generale, previa pubblicazione di un avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana almeno trenta giorni prima della valutazione, sulla base della graduatoria dei candidati in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 15 comma 7 del D.lgs. 30 dicembre 1992 n.502, redatta da una Commissione di valutazione tecnica, nominata dal direttore generale e composta dal direttore sanitario, con funzioni di presidente, e da due dirigenti dei ruoli del Servizio sanitario nazionale, preposti ad una struttura complessa della disciplina oggetto dell’incarico. Tali dirigenti sono scelti tramite sorteggio che viene effettuato presso la sede dell’Azienda sanitaria interessata.
La graduatoria è formata sulla base di punteggi attribuiti in relazione ai criteri fissati dall’art. 15 comma 7 del Dlgs 30 dicembre 1992 n. 502 e dal DPR 10 dicembre 1997 n. 484 con la seguente proporzione: fino a 25 punti per il colloquio, fino a 50 punti per i titoli attinenti le attività professionali e direzionali organizzative, fino a 25 punti per i titoli di studio, attività scientifica e pubblicazioni, per un totale massimo di 100 punti.
La legge prevede, inoltre, che la Regione provvede a svolgere, in collaborazione con le Università, i centri di ricerca e di eccellenza e l’Arsan, l’attività di formazione per il management socio sanitario in raccordo con le esigenze del sistema sanitario (a questo proposito il Consiglio ha approvato all’unanimità un emendamento D’Ercole che ha modificato l’ipotesi originaria di costituzione di una Scuola di alta formazione).
Il provvedimento prevede, altresì, che tutte le procedure concorsuali e paraconcorsuali poste in essere dalle aziende devono essere concluse, tranne che per diverse disposizioni di legge, per oggettive cause di forza maggiore o per esplicita disposizione della Giunta regionale, entro tre mesi dalla data di costituzione della commissione (questa parte della normativa è stata proposta con un emendamento, approvato alla unanimità dall’assemblea, del capogruppo e del consigliere di Forza Italia, Cosimo Sibilia e Paolo Romano).
La legge prevede, infine, delle norme transitorie, proposte dai capigruppo di maggioranza, disciplinanti la prima applicazione, secondo le quali il termine di presentazione delle domande per l’iscrizione agli elenchi degli aspiranti alla nomina a direttore amministrativo e a direttore sanitario decorre dalla data di pubblicazione della legge nel Burc e fino al trentesimo giorno successivo. Entro trenta giorni dalla entrata in vigore della normativa, l’Assessore alla sanità verifica la sussistenza dei requisiti dei direttori amministrativi e sanitari in carica, nominati in assenza degli Elenchi istituiti dalla legge. I soggetti privi dei requisiti prescritti decadono dall’incarico con effetto immediato. La decadenza è dichiarata immediatamente con provvedimento del direttore generale e comunque non oltre i sette giorni successivi al ricevimento della comunicazione dell’assessorato relativa alla mancanza dei requisiti.
L’assemblea ha approvato all’unanimità anche un emendamento del capogruppo Massimo Grimaldi (Nuovo Psi), che prevede che “insieme ai requisiti previsti dal D.Lgs. 502/92, gli aspiranti Direttori Generali devono soddisfare le seguenti condizioni: non aver svolto lo stesso incarico per due quinquenni consecutivi nella medesima Asl e Ao e non aver ricoperto tale incarico in Asl e Ao la cui amministrazione è incorsa nelle sanzioni di cui all’art.3 della Legge regionale 24/05”, ovvero il mancato raggiungimento degli obiettivi economici e finanziari.
Nel corso dell’esame, il consigliere Fulvio Martusciello (FI) ha affermato che “questo Consiglio regionale non ha voluto approvare una parte di un emendamento proposto da Grimaldi tendente ad escludere dalla possibilità degli incarichi di direttore generale coloro che hanno svolto funzioni nell’ambito di asl e ao sciolte per infiltrazioni camorristiche. Un Consiglio regionale – ha aggiunto Martusciello – dovrebbe dimostrare maggiore attenzione ai problemi relativi alla criminalità ed adottare ogni forma di intervento contro le infiltrazioni malavitose nelle Istituzioni”.
“Soddisfazione per l’approvazione di una legge che va nella direzione della trasparenza e della professionalità nella scelta dei direttori sanitari ed amministrativi delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere e dei primari”, è stata espressa dal Presidente della I commissione consiliare permanente Nicola Ferraro.
L’esponente dei Popolari Udeur, che con la sua relazione ha introdotto l’esame del provvedimento in Consiglio regionale, ha sottolineato che “la maggioranza ha dimostrato di essere compatta a tutela degli interessi dei cittadini campani, intervenendo su una materia, pur nei limiti determinati dalla legge nazionale, per garantire criteri oggettivi e di meritevolezza nella scelta dei vertici in un settore delicato qual è la sanità campana”. Ferraro ha, inoltre, espresso un plauso particolare al lavoro svolto dalla I Commissione “che – ha ricordato – in tempi molto brevi è riuscita ad approvare il provvedimento con voti unanimi”.
“Il provvedimento approvato oggi dalla maggioranza di centrosinistra, oltre che essere viziato da vari elementi di illegittimità costituzionale, avrà la stessa sorte della legge sul condono, ostinatamente voluta dal centrosinistra e, poi, come ampiamente previsto, risultata del tutto inefficace”.
Così il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Pasquale Marrazzo, che proposto numerosi emendamenti al progetto di legge, ha commentato la legge approvata dal Consiglio. “Nel merito – ha aggiunto Marrazzo – questa legge, oltre a deresponsabilizzare i direttori generali, è una mera manovra elettoralistica della maggioranza, attraverso la quale il centrosinistra cerca di salvare la faccia agli occhi della opinione pubblica dopo aver portato la sanità campana allo sfascio”.
Il capogruppo di FI Cosimo Sibilia ha affermato che “Forza Italia boccia sia il metodo che il contenuto di questa normativa: è chiaro, infatti, che ancora una volta la Giunta ha cercato di calare dall’alto questo provvedimento per imporre la propria visione della sanità campana. Basta pensare che il Presidente della commissione sanità Angelo Giusto, esponente della maggioranza, ha scelto di non essere presente in Aula, un comportamento che la dice tutta sulla qualificazione di questo provvedimento che è solo di facciata e sarà del tutto inefficace, perché illegittimo”. Sibilia ha, poi, evidenziato che “la maggioranza ha messo in campo degli elenchi che saranno, al pari di quelli telefonici, una mera farsa, in quanto i direttori generali potranno continuare a scegliere in maniera indiscriminata a scapito della qualità e della competenza”.
Per il consigliere Antonio Peluso (Nuovo Psi) è stata persa una grande opportunità di iniziare veramente un percorso di miglioramento delle nomine nella sanità, attraverso una preselezione di soggetti che avessero una serie di caratteristiche di professionalità. Il risanamento della sanità –ha proseguito Peluso – non si può ottenere solo con le risorse ma mettendo in campo gli uomini migliori per la gestione di queste risorse. In sostanza, questi elenchi voluti dal centrosinistra conterranno nomi di soggetti con caratteristiche generiche, tali da non assicurare la capacità e la competenza di gestire le Asl e le Ao in maniera efficace e trasparente. Su questa legge – ha ricordato Peluso – la maggioranza ha posto un veto: la presenza di norme nazionali quale sbarramento a criteri di scelta più restrittivi. Ciò non corrisponde al vero perché scelte più restrittive non avrebbero infranto la legge nazionale ma avrebbero dato la possibilità di individuare professionalità più specifiche e competenti di quelle attuali che sono responsabili dello sfascio della sanità campana”.
“La creazione di albi regionali per i manager sanitari rappresenta una sorta di garanzia di professionalità che l’amministrazione guidata dal governatore Antonio Bassolino ha inteso dare all’utenza”. E’ il segretario della presidenza del Consiglio Angelo Brancaccio a salutare con favore l’istituzione di questi albi professionali da parte della Regione Campania. “Le polemiche sulle referenze dei singoli dirigenti, che molto spesso hanno animato anche i dibattiti della nostra provincia – spiega Brancaccio – non potranno più sorgere, visto e considerato che, la scelta dei dirigenti sarà effettuata tra una rosa di nomi circoscritta e titolata”. L’esponente dei Democratici di sinistra è soddisfatto anche della scelta di fissare in un anno la durata di queste graduatorie. “In questa maniera non ci troviamo di fronte a delle caste chiuse di dirigenti che si dividono l’intero mondo della sanità – ha detto il segretario della presidenza del Consiglio – con il vantaggio di indurre gli aspiranti manager a migliorare, costantemente la loro preparazione, per non correre il rischio di essere estromessi da questi elenchi”.


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