INTERVISTA AD ALFREDO BORRIELLO: COME SALVARE LA PELLE DAL SOLE
Di Laura Caico
Preparare la pelle all’elioterapia. Man mano che l’estate incalza si pone il problema di abbronzarsi senza danneggiare l’epidermide: domandiamo al dott. Alfredo Borriello, nella foto, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, già direttore dell’Unità operativa di Chirurgia plastica all’ospedale Pellegrini e oggi in forza all’Ospedale del Mare, qualche consiglio per vivere l’estate in tranquillità.
Dott. Borriello, come proteggersi dai raggi del sole?
“E’ importante sottolineare che la bella stagione porta con sé un aumento dei rischi connessi all’esposizione ai raggi UV: si tratta di una reale minaccia per la cute perché questi raggi – sempre più invasivi dopo l’assottigliamento della quantità dello strato di ozono presente nella stratosfera – possono rilasciare enzimi aggressivi in grado di incidere negativamente sui tessuti, deteriorandoli. Occorre, pertanto, una maggiore protezione da attuare mediante una alimentazione basata principalmente su frutta (preferibilmente di color arancio come albicocche e meloni) e verdure di stagione (come carote, insalate, spinaci e cicoria) ricchi di vitamina D, oltre a trattamenti estetici specifici.”
Ci può indicare quali?
Si possono contenere i danni provocati dalla foto-esposizione della pelle del viso durante i mesi estivi attraverso l’applicazione di tecnologie avanzate e innovative anche nel campo della medicina estetica e rigenerativa, tra cui la biorivitalizzazione: è un trattamento che rientra nella chirurgia estetica mini-invasiva e si effettua iniettando per via intradermica vitamine di alto potere antiossidante come la A per la densità cutanea e la C per incrementare la sintesi del collagene oppure aminoacidi e acido ialuronico – a basso peso molecolare – per aumentare il tono della pelle e idratarla maggiormente.”
E quali creme scegliere per tutelare le parti maggiormente fotoesposte?
“Esistono in commercio molte linee dedicate alla protezione della pelle dalla iperproduzione estiva di radicali liberi, a base di sostanze antiossidanti come la vitamina E, che esplicano un’azione lenitiva sulle cellule più soggette all’irritazione dovuta a fattori estrinseci. Inoltre, sono consigliabili anche Maschere idratanti per preparare la pelle all’esposizione solare e l’Elettroporazione per introdurre prodotti rigeneranti come ad esempio la vitamina A, negli strati più profondi del derma per preparare la pelle all’esposizione solare e per schiarire l’epidermide.”
Ma come si applica?
“Questo trattamento va applicato con l’I-phor, un’apparecchiatura che utilizza un circuito elettrico per elettroporare i prodotti in profondità attraverso una placca metallica e un manipolo.”
Che altro si può fare?
“Nell’ambito della medicina estetica non invasiva sono molto richiesti anche gli ultrasuoni focalizzati (HIFU High Intensity Focused Ultrasoud) per cicli di trattamenti alternati da effettuare grazie all’utilizzo della Venus Legacy, macchinario estetico che sfrutta i campi elettromagnetici pulsati che agiscono in profondità sui tessuti, rigenerandoli oppure del Classys Ultraformer III, una macchina di ultima generazione per il lifting non invasivo idonea a contrastare il rilassamento cutaneo del viso, favorire la riduzione del doppio mento, combattere le antiestetiche collane di venere sul collo e ancora, su lassità ed adiposità di altre zone del corpo.” 16 luglio 2018
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I PERICOLI DELL’ABBRONZATURA
PELLE: QUALI SONO I PERICOLI DELL’ABBRONZATURA?
Di Laura Caico
Abbronzature e scottature, raggi UVA, UVB e UVC, sole sì, sole no: quanti dubbi e interrogativi sorgono prima, durante e dopo le vacanze, in merito alla sovraesposizione ai raggi solari, sia al mare che in montagna: chiediamo al Direttore dell’unità operativa di Chirurgia Plastica dell’ospedale “Pellegrini” (ASL Napoli1) dr. Alfredo Borriello, specialista in Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica, dei chiarimenti sull’elioterapia e dei consigli per esporvisi “saggiamente”.
Dottore, può spiegarci il fenomeno dell’abbronzatura?
“La pelle si abbronza perchè alcune cellule della pelle reagiscono ai raggi ultravioletti e producono una proteina protettiva, la melanina, che scherma le radiazioni UV rendendo la pelle via via più scura: va quindi sottolineato che una pelle abbronzata è una pelle già aggredita e messa sulla difensiva, quindi indebolita nella sua struttura poiché a lungo andare le vengono sottratte progressive quote di elastina, collagene, acqua, ovvero di ciò che la rende tonica, turgida, idratata.”
I raggi solari sono nocivi?
“Il sole dà indubbiamente un apporto positivo alla nostra salute sia per quanto riguarda l’accrescimento osseo dei bambini che per il consolidamento della struttura ossea degli adulti grazie all’apporto di vitamina D, che altrimenti potremmo assumere solo tramite compresse: ma, per quanto concerne la tintarella, il discorso è diverso. Il fulcro dell’abbronzatura è l’emissione di onde elettromagnetiche da parte del Sole – che vanno dalle onde radio fino ai raggi X passando per microonde, infrarossi, luce visibile e ultravioletti – ed è la frequenza dell’onda stessa che ne provoca gli effetti su sistemi biologici: le radiazioni elettromagnetiche sono suddivise in gruppi e – per quanto riguarda gli UV – li distinguiamo fra UVA, UVB e UVC in base alla crescente frequenza.
Gli UVA – che costituiscono circa il 94% degli UV che raggiungono la superficie terrestre – sono i responsabili dell’abbronzatura ma sviluppano radicali liberi che invecchiano la pelle; gli UVB – che rappresentano il restante 6% degli UV che raggiunge la superficie terrestre – se ci si sovraespone al Sole causano le scottature, specie nei primi giorni, danneggiando il DNA delle cellule, con una valenza cancerogena. Vi sono poi gli UVC che sono molto pericolosi e apportatori di neoplasie: la loro lunghezza d’onda va dai 200 ai 280 nm e dovrebbero essere “completamente” schermati dall’Ozono stratosferico ma sappiamo tutti del famigerato “buco dell’ozono” che negli ultimi anni, complice il cambiamento climatico, ha reso i raggi solari più ‘cattivi’: è stimato che una diminuzione del 10 % dell’ozono può comportare un aumento del 26% dei tumori della pelle ed ecco perché non ci stancheremo mai di raccomandare la prevenzione per proteggersi dai raggi ultravioletti.”
Ma non tutte le pelli reagiscono al sole in misura eguale, vero?
“Certo, la pelle è diversa da persona a persona, come gli effetti che le eccessive esposizioni al sole possono procurare: infatti, nei confronti degli UVA e UVB si classificano 6 diversi fototipi che partono da chi ha pelle molto chiara e lentigginosa e occhi azzurri (e deve rinunciare all’abbronzatura, poichè rischia solo di ustionarsi immediatamente), poi da chi possiede pelle chiara e capelli biondi, che si abbronzerà poco, rischiando invece facili scottature.
Il Fototipo 3 – che presenta capelli scuri e pelle meno chiara – rischia lesioni anatomiche però si abbronza, mentre il Fototipo 4 dalla pelle scura, tipica dei paesi mediterranei, un tempo si abbronzava tranquillamente: oggi, però, anch’esso può scottarsi e il danno alla pelle può degenerare fino a predisporre all’insorgenza del melanoma, mentre il Fototipo 5 e 6 (rappresentato da africani e alcuni asiatici) esibisce pelle scura, quasi nera, già abbronzata e generalmente non teme eritemi ed ustioni.” 16 agosto 2018
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I DANNI DEL SOLE L’estate avanza E la tintarella diventa un imperativo ineludibile; continuiamo, pertanto, a domandare “consigli sotto l’ombrellone” al dott. Alfredo Borriello, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia plastica all’ospedale Pellegrini e oggi in forza all’Ospedale del Mare.
Dottore, cosa si può fare per evitare i danni del sole?
“Tanto per cominciare, sconsiglierei di adoperare creme autoabbronzanti e di utilizzare lettini e docce solari, lampade a bassa pressione che servono per stimolare la produzione della melanina, lampade a alta pressione che abbronzano artificialmente, gli specchi di cartone ricoperti da fogli di carta alluminio – ritornati in auge sulle spiagge come negli anni Ottanta – per catturare il calore del sole, gli intensificatori di abbronzatura che non contengono generalmente filtri solari o vari altri acceleratori dell’abbronzatura, espedienti che danno solo una patina superficiale ma lasciano l’epidermide comunque esposta e, quindi, la mettono a rischio di scottature.”
Allora come va affrontato il sole?
“L’epidermide può essere preparata al sole – anche un mese prima di partire per le vacanze – seguendo una Terapia particolare a base di vitamine C ed E, betacarotene e selenio per rafforzare il proprio organismo: su consiglio del proprio medico si possono utilizzare poi prodotti ad alta concentrazione di Aloe Vera (oltre il 70%), elevati raggruppamenti di diverse vitamine, concentrati di carotenoidi (olio di carota, ß-carotene d’alghe rosse, oleoresina di pomodoro e concentrato di luteina), creme che contengano olio d’oliva e di borragine, estratti di curcuma o a base di tirosina che rende più disponibile la melanina prodotta dalla pelle e ottimizza la stimolazione dei raggi solari. Ricercatori americani hanno appurato che è utile anche assumere la Vitamina PP (denominata anche B3, niacinamide o nicotinamide).”
Professore, di che si tratta?
“La vitamina PP è un bioattivo multifunzionale che contribuisce ad aumentare la produzione di elastina, cheratina e collagene con effetti notevoli di rejuvenating faciale: grazie alla stimolazione della produzione di acidi grassi e ceramidi, la Vitamina PP rinforza la struttura lipidica della pelle. Inoltre, ha proprietà fotoprotettive, lenitive, seboregolatrici ed antinfiammatorie, per cui è indicata per il trattamento intensivo di dermatiti e può contrastare i radicali liberi, rendendo la pelle più luminosa e distesa.”
Come suggerisce di esporsi al sole?
“Al mare, la pelle va sempre difesa con un fotoprotettore (specialmente per i bambini, estremamente sensibili ai danni solari e per parti del corpo particolarmente vulnerabili come labbra, occhi e naso), non va esposta troppo al sole, evitando soprattutto le ore più calde della giornata. Consiglio, pertanto, di prendere il sole i primi giorni per pochi minuti controllando come reagisce la pelle e poi aumentare gradualmente l’esposizione, ma sempre di prima mattina o nel tardo pomeriggio, evitando il più possibile la fascia oraria più calda (tra le 10 e le 16), proteggendo gli occhi con lenti capaci di schermare i raggi UV e usando cappelli nel picco solare tra le 11 e le 14: purtroppo i “turisti del week end” o “della domenica” – impegnati con il lavoro, che possono approfittare solo del fine settimana per prendere un po’ di tintarella – sono facilmente soggetti a lesioni cutanee causate dalla ‘selvaggia’ esposizione ai raggi solari, troppo prolungata e non adeguatamente protetta.”
Quindi, cosa portare nella borsa da mare e come rimediare ai danni dell’elioterapia?
“ Occorre avere con sé una buona scorta di creme solari ad altissima protezione contro UVA e UVB, l’arma più efficace contro gli eritemi solari che arrossano la pelle e danno sensazioni di bruciore (e vanno attenuati poi con creme lenitive con prodotti naturali), le scottature (che possono portare a desquamazioni ed esfoliazioni della pelle che richiedono l’applicazione di creme ai corticosteroidi), i colpi di calore e le ustioni accompagnate da brividi, febbre e bolle piene di liquido (da detergere delicatamente con avena colloidale e da medicare con creme a base di cortisone ed antibiotico).”
Come valuta la rifrazione solare?
“Quando si esce dall’acqua dopo il bagno, quando si passeggia sulla riva, quando si chiacchiera sulla battigia, quando ci si trastulla sul materassino gonfiabile, quando si fa un giro in barca, subentra l’effetto “specchio”, dovuto a quei raggi solari moltiplicati dal riflesso della superficie del mare, che aumentano il rischio di lesioni epidermiche: anche quando ci si siede sotto l’ombrellone, è opportuno coprirsi con un cappello a tesa larga ed una maglietta a maniche corte perché la sabbia è una superficie riflettente che rende i raggi solari più intensi, imponendo di scegliere una protezione maggiore. La sera, rientrati dal mare, bisogna idratare la pelle con le creme doposole ed evitare di cospargersi di profumi, i cui residui potrebbero lasciare tracce in grado di macchiare la pelle sotto il solleone.”
L’alimentazione può aiutare a scongiurare questi problemi?
“E’ senz’altro consigliabile consumare quantità abbondanti di frutta e verdura rossa e gialla con beta-carotene (carote, pomodori, peperoni, zucca) e vitamina C (limoni, kiwi, fragole), senza eliminare del tutto i grassi, veicolanti delle vitamine liposolubili e abbondare nel consumo di acqua, evitando gli alcolici.17 agosto 2018
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VACANZE FINITE, QUALI RIMEDI PER LA PELLE
Di Laura Caico
L’estate volge al termine e il rientro in città porta con sé anche il problema di rivitalizzare pelli abbronzate e stressate dalle prolungare esposizioni al sole, preso indiscriminatamente in spiaggia, in piscina, in barca o in montagna, senza le adeguate cautele: chiediamo consigli per curare viso e corpo al dr. Alfredo Borriello, Specialista in Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica, Direttore dell’unità operativa di chirurgia plastica dell’ospedale “Pellegrini” di Napoli1.
Dottore, allora è vero che il sole fa male?
“Inevitabilmente l’estate invita a esporsi al sole e, a volte, il troppo entusiasmo per l’elioterapia, le lunghe permanenze al mare, la ricerca insistita dell’abbronzatura più intensa comportano ingenti danni solari: ed è proprio con l’attenuarsi di questa tanto desiderata epidermide color cioccolato che si evidenziano i malestri causati dal sole – dovuti a sbadataggine, dimenticanza o insofferenza alla ritualità di ricoprire le zone sensibili con le idonee protezioni solari – come il rinsecchimento della superficie cutanea, l’aumento delle micro-rugosità, l’apparizione di svariate discromie sul viso, sul tronco e sugli arti.”
Dottore, come “salvare la pelle”?
“Esistono fortunatamente dei trattamenti medici che, combinati fra loro, permettono di curare efficacemente i diversi inestetismi, restituendo elasticità, idratazione e luminosità alle pelli asfittiche, spente, opache e caratterizzate da cellule cornee sfaldate che impediscono alla pelle di respirare correttamente. Tra le concause si possono individuare anche lo scarso apporto di nutrienti, di vitamine, di minerali – dovuti probabilmente al cambio di abitudini e alla vita sfasata e priva di orari regolari che si conduce in vacanza – che possono aggravare la situazione.”
Che fare allora?
“Il segreto per curare efficacemente la pelle asfittica parte dal ripristino di buone abitudini come la detersione giornaliera con gel o mousse delicate a risciacquo, per eliminare i residui della desquamazione e non alterare le condizioni della barriera cutanea, l’utilizzo settimanale di esfolianti e lozioni astringenti e il trattamento con un idratante specifico, tutti prodotti che agiscono a pH fisiologico per rimuovere ogni impurità, ma senza seccare la pelle: raccomando altresì di usare ciclicamente integratori vitaminici, come le vitamine del gruppo B e gli Omega 3-6-9. Occorre, inoltre, seguire un regime alimentare corretto, ricco di frutta fresca, verdure e ortaggi anche crudi, pesce azzurro, frutta secca, cereali (possibilmente integrali) non appesantiti da sughi elaborati ma piuttosto conditi con salse leggere e con olio extravergine d’oliva a crudo.”
E dal punto di vista medico quali trattamenti suggerisce?
“Per favorire una rigenerazione cutanea complessiva che risolva tutti gli inestetismi provocati dai raggi solari si può iniziare a eliminare le tracce più evidenti con un peeling chimico, idoneo a ridurre l’ispessimento dello strato corneo dell’epidermide, difesa escogitata dalla cute per difendersi dai raggi UV; così la pelle, libera dalle cellule morte, potrà tornare lucente, liscia e compatta. In seguito, proporrei di effettuare un ciclo di biostimolazione cutanea a base di vitamine e acido ialuronico per riattivare il turgore della pelle, stimolare la produzione di neo-collagene e fibre elastiche e recuperare l’originaria compattezza cutanea nonché un aspetto più giovanile dell’epidermide: laddove si renda necessario, vi si potranno abbinare tecnologie in grado di rispondere alle più disparate esigenze come trattamenti laser con tecnologia IPL e Herbium-FX per attenuare inestetismi cutanei come le irregolarità di superficie (le micro rughe di espressione) o di colorito dovuti all’accumulo di melanina in alcune aree cutanee come macchie, lentiggini, melasmi, vere e proprie alterazioni a livello cromatico, tra le più frequenti condizioni d’ipermelanosi acquisite della cute.”
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26 agosto 2018 BORRIELLO: IL BOTOX E’ SICURO
Di Laura Caico
Il top delle infiltrazioni. Finite le vacanze e terminata l’esposizione selvaggia all’ultimo raggio abbronzante, tornano alla ribalta gli interventi di medicina estetica: consapevoli dei danni arrecati alla propria cute dai raggi solari, migliaia di donne “corrono ai ripari” contro rughe, ‘zampe di gallina’ intorno agli occhi, macchie sparse su viso, mani, spalle e decolletè: aumentano, pertanto, le richieste di semplici ‘punturine’ per cancellare i segni del sole e gli inestetismi che ne sono derivati. Ma chi vuole recuperare la bellezza e il turgore dell’epidermide
a tutti costi, deve fare attenzione per tutelare la propria salute, giacchè anche semplici iniezioni di prodotti riassorbibili come i filler, il botulino o l’acido ialuronico potrebbero dar luogo a complicazioni: chiediamo, pertanto, dei suggerimenti in proposito al dr. Alfredo Borriello Specialista in Chirurgia Plastica ricostruttiva ed estetica, Direttore dell’unità operativa di chirurgia plastica dell’ospedale “Pellegrini” di Napoli 1.
Dottore, quali sono le sostanze più utilizzate contro le rughe?
“Secondo dei sondaggi dell’Aicpe, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, la pole position fra le sostanze iniettabili va all’acido ialuronico, tallonato a brevissima distanza dal botulino che guadagna spazio a ritmo vertiginoso; anzi, proprio del botulino estetico si parlerà a lungo e diffusamente nel congresso “L’esperienza della bellezza” che si terrà il prossimo 22-23 settembre 2018 nella Scuola Di San Rocco a Venezia, in cui si esamineranno le molteplici applicazioni della Tossina Botulinica in Medicina Estetica, dopo venti anni di uso.
Potremo così fare il punto sulle nuove Tossine in arrivo, sugli Studi dell’ente governativo statunitense FDA, Food and Drug Administration, Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali e sul Miglioramento della “texture” cutanea attraverso vari trattamenti personalizzati relativi a rughe frontali, muscolo frontale, regione orbitaria, linea mandibolare ed il collo, partendo dai presupposti anatomici: molto interessante per noi chirurghi – dati i suoi sviluppi – è anche l’aggiornamento della Medicina Ricostruttiva sulla riabilitazione del volto traumatizzato tramite il Trattamento combinato fra Tossina Botulinica e acido ialuronico per le paralisi del nervo facciale, smorfie e tics.
Lei come tratterebbe la problematica del sorriso gengivale, il cosiddetto “gummy smile”?
Ci sono due orientamenti diversi che spingono o verso la chemodenervazione per il trattamento delle patologie caratterizzate da alterazioni del tono muscolare e spasticità a diversa etiologia o verso la mio-modulazione con tossina botulinica e filler a base di acido ialuronico: devo dire che la paralisi parziale del muscolo depressore del setto ed orbicolare – che si raggiunge utilizzando il botulino – può contrastare in modo alquanto relativo il fenomeno del “sorriso gengivale”, se è dovuto ad iperfunzione dei suddetti gruppi muscolari. Ad ogni modo, una delle indicazioni del botulino e’ proprio la correzione del gummy smile ma non è un un trattamento definitivo perché va ripetuto ogni 6 mesi, anche se viene preferito rispetto all’intervento perché dà risultati immediati e non è paragonabile alla complessità dell’intervento chirurgico che, per eliminare il problema, implica lo scollamento del fornice gengivale superiore per via nasale fino alle corone dentarie e successivo abbassamento del fornice stesso fino ad 1 cm.”
Lei ritiene consigliabile il botox?
“Va precisato che Botox è il nome commerciale più conosciuto della preparazione farmacologica che utilizza la proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum, comunemente detta tossina botulinica: più esattamente, la tossina botulinica A è alla base di quattro prodotti farmaceutici, Botox, Dysport, Xeomin e Vistabex, mentre la tossina botulinica B è invece commercializzata in Europa con il nome di Neurobloc. Dobbiamo ai ricercatori P. Tessmer Snipe e Hermann Sommer nel 1928 l’isolamento della tossina pura e a Arnold Burgen nel 1949 la scoperta del meccanismo con cui se ne esplica l’azione tossica. Per spiegare come funziona basterà sapere che la tossina botulinica è un enzima proteasi che attacca una delle proteine (la SNAP25, la sintaxina o la sinaptobrevina) della giunzione neuromuscolare, impedendo il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina dalle vescicole: a questo punto, la tossina interferisce con l’impulso nervoso e causa la paralisi flaccida dei muscoli che è caratteristica del botulismo e che consente lo spianamento delle rughe e la temporanea scomparsa delle linee glabellari, segni d’espressione fra le sopracciglia.
D’altronde è stata approvata già nel 1989 dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento dello strabismo, blefarospasmo e spasmo emifacciale in pazienti da 12 anni in su e si stanno studiando altre possibili applicazioni mediche per l’emicrania, l’asma, l’obesità l’incontinenza urinaria e vescica iperattiva: se l’utilizzo della tossina è effettuato da mani esperte non vi sono problemi. Sconsiglio vivamente, invece, sia la moda mutuata dagli States dei botox-party sia le offerte che circolano sui siti Internet al ribasso”.
Ma i Botox party non sono un trend in crescita?
“Purtroppo sì, Il botox party è la nuova moda tra le ragazzine americane in età prematura, fanatiche del ritocchino estetico: ci si riunisce per una serata tra amiche per sottoporsi a iniezioni di botox o filler fatte dal chirurgo estetico o, talvolta, dalle stesse amiche. E’ sconcertante l’età di queste “adepte”, in gran parte minorenni, influenzate dal marketing e dai social e convinte di poter apparire più belle, malgrado l’assenza del requisito-base del trattamento, ovvero le rughe. Va fatta poi molta attenzione alle ‘offerte’ last minute dei prodotti in vendita online giacchè la qualità non si può ottenere a prezzi stracciati e, per questo, simili prodotti spesso mettono a rischio la salute dei pazienti, privi del supporto di una seria comunità scientifica, vittime di una fuorviante banalizzazione dei trattamenti estetici e in balìa del ‘passaparola’, delle pubblicità o della presenza mediatica di un cosiddetto esperto, che non ha quasi mai la laurea in medicina.”
Cosa chiedere, dunque, al chirurgo plastico?
“Per ottenere il desiderato ringiovanimento facciale ci si può tranquillamente sottoporre ad infiltrazioni e uso topico di acido ialuronico, naturale costituente del collagene, completamente atossico, oppure a una combinazione di botulino, acido ialuronico, vitamine, PDRN, aminoacidi precursori del collagene e dell’elastina, iniettati subito al di sotto dell’epidermide della ruga con un ago monouso sottilissimo, per restituire volume alla cute.
I tempi di applicazione non superano la mezz’ora e il leggero arrossamento della pelle non impedisce il rientro al lavoro né una normale vita sociale: i risultati si vedono subito e persistono dai 2 ai 5 mesi, dopo i quali è possibile ripetere un nuovo ciclo di trattamento, in tutta sicurezza e tranquillità.”


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