CIA BASILICATA PROPONE UNA STRATEGIA COMUNE ALLE REGIONI DEL SUD CONTRO RIBASSI ORO ROSSO

I problemi denunciati dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) in questa prima fase della campagna di raccolta del pomodoro sono gli stessi che interessano tutte le aree agricole meridionali con produzioni di “oro rosso”.
Di qui l’esigenza di individuare una strategia comune in grado di tutelare in maniera più efficace i produttori del Sud innanzitutto sul piano della remunerazione che si è sempre di più ristretta sino ad annullare del tutto il margine di guadagno rispetto ai nuovi e forti aumenti dei costi.

A sottolinearlo è il presidente lucano della Cia Donato Distefano riferendo che sono in corso contatti ed incontri con gli organismi dirigenti regionali della Cia di Puglia, Campania, Calabria e Molise le regioni dove il “cartello” delle imprese di trasformazione, di industriali e grossisti impone le stesse condizioni capestro che stanno creando gravissimi disagi ai produttori del Lavellese e dell’Alto Bradano.

Intanto ci risulta un ribasso pressoché generalizzato di circa il 30 per cento rispetto all’intesa firmata a livello nazionale nel mese di marzo scorso, accompagnato dal rallentamento delle operazioni di ritiro, dal declassamento del prezzo rispetto a quello stabilito con l’accordo interprofessionale siglato in precedenza e dalla “pretesa” della raccolta solo manuale del prodotto senza l’impiego delle macchine.

Comuni sono anche i problemi di reperimento della manodopera la cui richiesta nelle aree agricole meridionali vocate a pomodoro è di gran lunga maggiore rispetto alla campagna 2009.

Il flusso di lavoratori extracomunitari che si spostano da regione e regione per la raccolta non è comunque sufficiente mentre la manodopera bracciantile locale e quindi italiana è da anni pressoché inesistente.
E’ pertanto obiettivo della Cia avviare un’iniziativa comune che coinvolga come interlocutore istituzionale il Coordinamento degli Assessori Regionali all’Agricoltura perché le stesse Regioni del Sud trovino una strategia unitaria di intervento. E’ questa la risposta che ci attendiamo a sostegno di decine di migliaia di aziende ortofrutticole piccole e medie del Mezzogiorno che costituiscono i tre-quarti della produzione totale italiana specie se realmente si vuole contrastare l’arrivo sui mercati italiani di produzioni estere e di concentrato di pomodoro cinese commercializzato con illegali etichette italiane.

La Cia ritiene “urgente” attuare una azione di filiera che contrasti l’utilizzo fraudolento del sistema chiamato ‘traffico di perfezionamento attivo’, ovvero l’importazione di pomodoro da lavorare per conto terzi ai fini di una successiva commercializzazione e al tempo un’azione di valorizzazione del prodotto meridionale di qualità. Il “mangiare italiano” – sottolinea Distefano – comincia con il pomodoro del Sud

INFO
Iranna De Meo
giornalista free lance
Mobile + 39 347-9553076
referente Basilicata per l’Arga Campania-Calabria-Basilicata
iranna77@gmail.com;


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