CAPUA(CE)
Premio Capua “Follaro d’Oro 2006”
Comunicato Stampa
Il rabbino di Bologna e l’ imam di Napoli lunedì 20 novembre na confronto al
PREMIO CAPUA FOLLARO D’ORO 2006
CAPUA, PALAZZO FAZIO, VIA SEMINARIO N.10
L’importanza del dialogo interreligioso, quale condizione imprescindibile per gettare un ponte fra gli uomini di buona volontà e impedire che si usino le fedi per giustificare le tante delle guerre che insanguinano oggi la Terra. È questo uno dei temi su cui si confronteranno lunedì, a partire dalle diciotto, il rabbino capo della comunità ebraica di Bologna, Alberto Sermoneta, l’imam della Moschea di Piazza Mercato a Napoli, Massimo Cozzolino, ed il professor Agostino Cilardo, Preside Facoltà arabo – islamica e del Mediterraneo dell’Università partenopea de “L’ Orientale”, durante il convegno “Una sola terra per tre religioni.
Gerusalemme città della pace”, rientrante nell’ambito degli incontri del Premio Capua “Follaro d’Oro 2006”, che com’è noto il prossimo primo dicembre sarà assegnato a Padre Michele Piccirillo.
Nel corso della serata, organizzata dall’associazione Capuanova, dalla libreria Uthòpia in collaborazione con la Parrocchia della Cattedrale di Capua e che come di consueto si terrà a Palazzo Fazio, un occhio particolare sarà rivolto, dunque, alla situazione in Terra Santa centro nevralgico, ormai da mezzo secolo, delle tensioni interconfessionali e politiche.
Ed è stato proprio uno dei maggiori esperti della realtà mediorientale, il giornalista e scrittore (nonché attuale Presidente di Rai Cinema) Franco Scaglia, ad illustrare lo stato dell’arte di quel tormentato angolo di Mondo.
Nel corso del incontro-dibattito tenutosi venerdì sera, moderato dalla giornalista Lidia Luberto, partendo dalla trilogia dei suoi libri incentrati sulla figura di Padre Matteo (personaggio letterario ispirato per larga parte proprio a padre Piccirillo), Scaglia ha descritto “una situazione che è andata degenerando anno dopo anno.
Purtroppo- ha rimarcato l’ex inviato di RadioRai- lo Stato di Israele di oggi non è più quello dei “Padri della Patria”, quell’esperienza che vide la luce grazie al lavoro degli Ebrei provenienti per lo più dall’Europa centrale per miracolo scampati all’Olocausto. Uno stato in cui un ruolo centrale lo giocava l’etica, cosa che consentì alla nazione ebraica, appena nata, di porsi come un modello di Stato decisamente avanzato rispetto anche alle democrazie occidentali. Purtroppo tutto ciò sta finendo, quella generazione è stata sostituita da un’altra proveniente per la stragrande maggioranza dall’Europa Orientale, da quello mediterranea e dall’Africa. Persone meno colte, e con un senso etico decisamente minore rispetto a quanti li hanno preceduti, e soprattutto molto più povere che vedono nella Terra Santa un luogo dove poter trovare un riscatto prettamente economico. E così oggi siamo dinanzi ad una vera e propria guerra fra poveri per accaparrarsi le non ingenti risorse presenti in zona geografica che è grande quanto al Sicilia, ma che per la metà è completamente arida. Uno scontro dove le religioni e le differenze culturali c’entrano poco quanto nulla e dove l’unica vera motivazione è data dalla speranza di lasciarsi alle spalle la povertà. E stando così la situazione- ha concluso piuttosto amaramente Scaglia- per il futuro c’è davvero poco spazio per la speranza”.
Premio Capua “Follaro d’Oro 2006”:
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