BUCCINO(SA). L’ABBATTIMENTO DI SEI PINI DI PIAZZA MUNICIPIO
L’amministrazione comunale di Buccino decide di abbattere sei esemplari di conifere ad alto fusto, in Piazza Municipio; l’indignazione e la ferma protesta dell’ex Assessore all’ambiente Maria Antonietta Boffa.
Agguerrita e motivata nella sua legittima protesta, l’ex assessore all’ambiente del Comune di Buccino, Maria Antonietta Boffa, si fa sentire a voce grossa contro la decisione dell’amministrazione comunale di abbattere sei esemplari di pini di alto fusto messi a dimora nel lontano 1953 in piazza Municipio. A seguito dell’affissione di un pubblico manifesto, in data 8 agosto, col quale il sindaco Parisi annunciava di dover procedere a lavori di riqualificazione di piazza Municipio con l’abbattimento di sei esemplari di pino ivi presenti, è partita immediata la vibrante protesta di Boffa iniziata sui social-network affermando che negli ultimi due o tre anni nel comune di Buccino si era proceduto al taglio selvaggio di molti alberi appartenenti al verde urbano, senza addurre validi motivi e senza che questi fossero poi sostituiti con altri alberi. L’abbiamo incontrata per meglio comprendere la cronologia dei fatti e avere il suo punto di vista del quadro generale della vicenda. Dott.ssa Boffa, lei è agguerrita più che mai, contro questa decisione degli amministratori di Buccino, di procedere al taglio dei 6 pini in Piazza Municipio… “dopo la mia protesta sul web, in data 14 agosto ho inviata una lettera al Sindaco e alla soprintendenza ai beni paesaggistici in cui, richiamando la funzione importantissima svolta dagli alberi, invitavo il sindaco a procedere alle valutazioni previste dalle disposizioni vigenti relative alla stabilità degli alberi prima di prendere drastiche decisioni.
A questa lettera non è seguita alcuna risposta da parte del Comune.
La soprintendenza, invece, informata dei fatti, scriveva al comune chiedendo approfondimenti sulla stabilità degli alberi e bloccandone l’abbattimento fino a nuova comunicazione.
A seguito della richiesta della soprintendenza il comune integrava il progetto con un nuovo elaborato dal titolo “Relazione sullo stato fitosanitario e biomeccanico delle sei conifere di piazza Municipio”- Valutazione (V.T.A.) e (T.R.A.) agli inizi di settembre. Avendo io appreso dalla soprintendenza di questa integrazione, ne richiedevo copia al comune che me la forniva in data 7 settembre. Quindi, ho inviato a Legambiente Campania, sia la relazione di cui sopra, che la lettera già inviata al sindaco, affinché l’associazione ambientalista potesse esprimere un proprio motivato parere. Legambiente mi ha risposto con una nota del 9 settembre evidenziando che la relazione redatta dal tecnico incaricato del comune non rispettava la procedura prevista dal “Protocollo sulla stabilità degli alberi”, in quanto le conclusioni del tecnico erano il frutto di una sola analisi visiva non supportata delle analisi strumentali previste.
Poiché nessuna risposta è arrivata da parte dell’amministrazione neanche alla nota di Legambiente, ho scritto di nuovo al sindaco in data 6 ottobre, chiedendo l’autorizzazione ad effettuare su uno di questi alberi, e a mie proprie spese, un’ analisi strumentale.
A tale richiesta mi risponde il sindaco in data 8 ottobre ribadendo che ritiene sufficiente la relazione del tecnico abilitato ed incaricato dal comune.
Mi pongo allora delle domande: come mai la relazione è stata prodotta dopo che l’amministrazione aveva già comunicato ai cittadini la decisione di abbattere questi alberi?
Come mai non si è tenuto conto di quanto prescritto dalla locale commissione del paesaggio che già a maggio chiedeva analisi specifiche per valutare la stabilità degli alberi? Come mai non è stata rispettata la procedura prevista dal “Protocollo sulla stabilità degli alberi” elaborato dalla società italiana di Arboricoltura che prevede che l’analisi visiva debba essere accompagnata da analisi strumentali opportune?
Come mai il sindaco non mi ha autorizzato ad effettuare queste analisi a mie spese come richiesto?. Queste domande rimangono senza risposta, anzi fanno sorgere molti dubbi.
Dovrebbe essere interesse dell’amministrazione dimostrare ai cittadini che tutto è stato fatto per salvare questi alberi e che se si decide di abbatterli è perché sono veramente malati e possono costituire un reale pericolo. Anche il medico più bravo, prima di effettuare una diagnosi di malattie, fa le opportune analisi. Fare leva sulla paura di possibili crolli o cadute di alberi o rami, senza aver accertato con strumenti che ciò sia vero, è solo terrorismo psicologico. In questa logica, tutti gli alberi, anche quelli sanissimi, potrebbero potenzialmente cadere; allora che facciamo, tagliamo tutti gli alberi del centro urbano?
Tutto ciò è impensabile. Io invece credo che la decisione di abbattere i sei esemplari di pinacee sia stata presa a priori indipendentemente dal loro stato fitosanitario. Si è deciso di tagliarli e non perché costituiscano un pericolo, altrimenti il sindaco non avrebbe avuto niente da obbiettare nel far eseguire le analisi che ho richieste. Ritengo che tutto il verde pubblico del mio comune necessiti di cure agronomiche appropriate. E’ da troppo tempo abbandonato. E’ da circa 8 anni che non viene fatta una potatura seria degli alberi ornamentali e i prati dei parchi urbani vengono falciati col decespugliatore, insomma la cura del verde è molto approssimata. Se questi alberi versano in condizioni estreme, come dichiarato dal tecnico incaricato dal comune, allora cosa dobbiamo dire del resto degli alberi del verde pubblico che necessita di cura ancora più importanti?
Bisogna attivarsi subito per fare la stessa valutazione su tutti gli alberi.
O sono solo questi 6 gli alberi che interessano al sindaco?
Mi rendo conto che per affrontare questi temi ci vuole la necessaria sensibilità che purtroppo non tutti hanno.
Mi hanno insegnato che è buona cosa combattere per le cose importanti, per le cose in cui si crede e io continuerò a lottare per cercare di salvare questi alberi.”
Quintino Di Vona
Volcei Press [volcei.press@libero.it]
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