ROSARNO: PLAUSO ALLE FORZE DI POLIZIA
26 aprile 2010. L’operazione Migrantes nella provincia di Reggio Calabria conferma che attività investigativa e maggiori controlli possono indebolire il sistema criminoso.
Un plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine.
Connivenze e supporti nella catena agroalimentare che acquista e vuole produzioni sottocosto.
Annullare gli effetti perversi del caporalato è una conquista di civiltà
“L’operazione Migrantes effettuata a Rosarno dalla magistratura e dalle forze di polizia – commenta Pietro Molinaro presidente regionale dalla Coldiretti Calabria – è una ulteriore riscontro al piano varato dal Governo lo scorso gennaio a Reggio Calabria in tema di controlli sulla manodopera extracomunitaria che comincia a dare i suoi frutti”.
“Smascherare situazioni di sfruttamento, di illegalità e di illecito arricchimento è stato quello che abbiamo sempre richiesto e voluto, il sequestro poi dei patrimoni immobiliari è una misura apprezzata e di grande rilievo.
La linea della coldiretti -conferma Molinaro – è quella della “tolleranza doppio zero” poiché non si può accettare che un settore quale è quello agricolo ed agroalimentare che ha scelto la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio delle imprese vere che operano in agricoltura, sia vittima – sottolinea – di inquietanti fenomeni speculativi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. L’imperativo è quello di modernizzarsi ed avere un giusto reddito. Sono sempre più convinto –prosegue –che la qualità delle produzioni, dipende dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che devono essere eticamente corretti.
La vigilanza nei nostri territori per contrastare il lavoro irregolare è un banco di prova per le istituzioni e un segno di grande maturità e discontinuità: annullare gli effetti perversi del caporalato è una conquista di civiltà. Per Molinaro interventi mirati e controlli, aiutano le sane imprese agricole ed agroalimentari a non subire concorrenza sleale da parte di chi mette in atto fenomeni illegali e fraudolenti in ambito lavorativo e di conseguenza previdenziale.
“Con la stessa forza e determinazione –conclude Molinaro – occorre allargare l’orizzonte dei controlli facendo luce sulle connivenze e supporti che esistono all’interno della catena agroalimentare dove alcuni operatori pur di lucrare e senza alcun rischio di impresa vogliono produzioni sottocosto e tra l’altro marchiate dalla grave infamia dello sfruttamento dell’uomo”.
da Ufficio Stampa Coldiretti Calabria [ufficiostampa.calabria@coldiretti.it]
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Rosarno, 26 aprile 2010
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Blitz contro il caporalato, 30 persone fermate
Trenta persone sono state colpite da ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di associazione per delinquere, violazione della legge sul lavoro e truffe nel settore dell’agricoltura.
All’operazione hanno partecipato agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, carabinieri e militari della guardia di finanza.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del tribunale di Palmi che ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica.
Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio scorso, quando a Rosarno si verificò la rivolta degli extracomunitari impegnati nella raccolta degli agrumi.
Gli investigatori hanno individuato una presunta organizzazione che si occupava di reclutare e sfruttare i lavoratori stranieri impiegati nel settore dell’agricoltura.
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono sia italiani che extracomunitari.
Le condizioni di sfruttamento alla base della rivolta – Stando alle indagini lo sfruttamento e le condizioni inique in cui erano costretti a lavorare fu alla base della rivolta degli immigrati avvenuta nei mesi scorsi a Rosarno.
Gli investigatori hanno accertato che alla base delle proteste e degli episodi di violenza vi erano le condizioni di assoluta subordinazione in cui versavano gli immigrati finiti nelle mani di persone che li costringevano a lavorare in condizioni inique.
Gli immigrati, inoltre, avrebbero subito anche ripetute minacce.
I lavoratori extracomunitari erano costretti, infatti, a lavorare mediamente dalle 12 alle 14 ore al giorno ricevendo un compenso di una decina di euro. Gli extracomunitari che si ribellavano subivano ritorsioni e minacce.
La rivolta di Rosarno , infatti, fu determinata proprio dal ferimento a colpi d’arma da fuoco di due lavoratori extracomunitari.
Nell’operazione Migrantes condotta a Rosarno sono state sequestrate venti aziende e duecento terreni, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.
I sequestri sono stati effettuati da agenti della squadra mobile di Reggio Calabria, dai carabinieri e dai militari della guardia di finanza contestualmente all’ esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 31 persone.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno compiuto accertamenti patrimoniali nei confronti degli indagati ed hanno potuto ricostruire la quantità di beni mobili ed immobili ritenuti frutto di illecito arricchimento e, soprattutto, funzionale alla realizzazione delle condizioni di impiego di manodopera in nero.
Sono state scoperte anche numerose presunte truffe compiute nei confronti degli enti previdenziali.
26 aprile 2010
da: Redazione Tiscali


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