Ambiente Mediterraneo
Seminario di Ingegneria Naturalistica
Benevento, 19 dicembre 2012 ore 16.30

IMMAGINI e IL RIEQUILIBRIO DEL TERRITORIO CON TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA. SEMINARIO DI CULTURA AMBIENTALE
organizzato da
Ambiente Mediterraneo ed Ordine dei Dottori Agronomi
e Dottori Forestali della Provincia di Benevento ed Avellino
BENEVENTO-19 dicembre 2012 ore 16.30
Masseria Roseto
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INVITO-INGRESSO GRATUITO
Agli iscritti al seminario distribuzione gratuita del testo di Ingegneria Naturalistica “Costruire con le piante”
di Italo Abate e Maria Grotta e attestato di partecipazione
SEMINARIO VALIDO PER I CREDITI FORMATIVI
CHAIRMAN

INTRODUZIONE AI LAVORI
FERDINANDO IANNUZZI
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Napoli, Curatore ed autore di molteplici pubblicazioni sulle aree protette.
e-mail: ferdinando.iannuzzi@ibaf.cnr.it
SERAFINO RANAURO – Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Benevento
GINO MENEGAZZI
“Esperienze di ingegneria naturalistica in ambito mediterraneo e pre-dimensionamento strutturale delle opere minori”
e-mail: gino.menegazzi@gmail.com
MARIA GROTTA
Naturalista – Esperta in valutazione di impatto ambientale, valutazione di incidenza e ingegneria naturalistica.
“Interventi di ingegneria naturalistica in cui prevale l’impiego delle piante: piccole, efficaci e sostenibili opere per la manutenzione ordinaria del territorio”
e-mail: grotta.maria@gmail.com;
ITALO ABATE
Presidente di Ambiente Mediterraneo – Ricerche e studi su ambiente e territorio. Pubblicazioni editoriali su attività estrattiva, pietre ornamentali,
ingegneria naturalistica.
“Lineamenti storici, culturali e legislativi dell’ingegneria naturalistica”
e-mail: abateitalo@alice.it;
ANTONIO POLVERINO
“Opere di ingegneria naturalistica che richiedono l’impiego di geosintetici”
e-mail: ingpolv@alice.it;
SPEAKERS
TOMMASO VITALE – Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino

LA NOTA
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Ambiente Mediterraneo, Il Presidente
Agli Amici e sostenitori di Ambiente Mediterraneo. Loro Sedi
Saluto le SS.LL. con vivo piacere e nel contempo ritengo utile ed opportuno
invitare le SS.LL medesime al Seminario di Ingegneria naturalistica, organizzato da questa Associazione con l’Ordine degli Agronomi e Forestali di Benevento ed Avellino,che si svolgerà presso la Masseria Roseto di Benevento, in data 19.12.2012 alle ore 16.30.
Le tematiche in discussione e le tecniche di ingegneria ambientale che saranno illustrate sono di grande attualità in rapporto agli estesi danni territoriali di questo periodo.
Esiste una strategia per ridurre il danno ambientale?
Se ne discuterà nel seminario!
Sarà considerata cosa molto gradita la partecipazione delle SS.LL. sia per conoscere le nuove tecniche di recupero ambientale che per lo scambio
degli Auguri di Natale e Capodanno.
Cordialmente, Italo Abate
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L’INGEGNERIA NATURALISTICA
L’Ingegneria Naturalistica è una disciplina tecnico-scientifica applicata in Europa ed in Italia ormai da alcuni decenni. Lo sviluppo delle tecniche naturalistiche ha accompagnato e guida tuttora la necessità di recupero ambientale di un territorio devastato, magna pars, da interventi di antropizzazione, cementificazione e selvagge speculazioni edilizie che lo hanno inquinato e portato al dissesto idrogeologico. In molti casi l’ambiente è così profondamente ferito che non è più recuperabile con le tecniche cosiddette “tradizionali” che il più delle volte amplificano ancora di più gli impatti ambientali anziché mitigarli.
I principi ispiratori dell’ingegneria naturalistica sono la salvaguardia ambientale, l’utilizzo di materiali eco-compatibili e la rinaturalizzazione dell’habitat per offrire condizioni di vita alle generazioni future in un ambiente sano, riequilibrato e non inquinato.
Tale disciplina propone interventi a basso impatto ambientale con utilizzo di materiali vivi, ovvero le piante, che ne esaltano ancora di più il ruolo di disciplina ambientale sia in termini di prevenzione dei dissesti territoriali, sia per il risanamento, riedificazione o riuso delle aree inquinate, degradate o abbandonate, per scopi sociali o produttivi, o di riduzione della spesa pubblica che è spesso di gran lunga più elevata per interventi inidonei, superficiali, generici o disarticolati sul territorio.
Gli interventi dell’ingegneria naturalistica sono applicabili alle sistemazioni dei versanti collinari e montani, ai dissesti del sistema idraulico, al recupero di cave e discariche, nei prosciugamenti biotecnici, nella mitigazione dell’impatto delle grandi infrastrutture viarie e ferroviarie, nel mantenimento della continuità faunistica.
Sfruttando le attitudini biotecniche delle piante, ed in particolare delle radici, è possibile, infatti, prosciugare i suoli, consolidare il terreno, frenare il rotolamento dei materiali litoidi, ridurre e controllare l’erosione dei pendii instabili e delle sponde dei corsi d’acqua, ridurre la forza di trascinamento delle acque dei fiumi e dei torrenti.
Negli interventi di ingegneria naturalistica le piante sono le protagoniste in quanto sono esaltate ed utilizzate alcune delle loro proprietà biologiche ed ecologiche quali, ad esempio, la capacità di rigenerazione, di emettere radici avventizie, di riprodursi per via vegetativa, di adattamento all’ambiente, di resistenza alla sommersione oppure alla siccità.
Ma di quali opere si tratta? Le tecniche codificate nei manuali e nei tariffari nazionali e regionali sono circa un centinaio con più varianti per ciascuna tipologia: semina e idrosemina, palizzata, viminata, copertura diffusa, gradonata viva, cordonata, fascinata, graticciata, palificata viva, grata viva, rulli, gabbionate rinverdite, scogliere rinverdite, terre armate.
Alcune tecniche sono completamente nuove, altre invece hanno antica origine essendo in parte già conosciute dai Romani: l’Oppidum gallicum (palificate e terre rinforzate) nel De Bello Gallico di Cesare, le Taleae sesquipedales, terreno immersae paulum obruuntur (talee di salice) nel De Re Rustica di Columella, i Si lapis non erit, perticis saligneis viridibus controversus conlatis consternito; si pertica non erit, sarmentis conligatis (drenaggi con pietrame e fascinate drenanti) nel De Agricoltura di Catone.
Ma oggi, come interveniamo per fronteggiare il continuo dissesto territoriale che è sempre attuale e provoca addirittura vittime in varie località italiane?
L’Ingegneria Naturalistica può dare una risposta in termini di prevenzione e di soluzione totale o parziale a questi problemi. Bisogna, tuttavia, conoscere le peculiarità di ciascuna tipologia costruttiva, le condizioni di applicabilità, il giusto dimensionamento, le modalità di esecuzione, i vantaggi e gli svantaggi, le criticità ed i possibili errori.
In ogni caso, realizzare soltanto le “strutture inerti”, fatte di legname, pietre, biostuoie e geostuoie, non garantisce alcuna certezza di aver raggiunto l’obiettivo: necessita infatti una cura particolare anche nella scelta delle piante; le stesse devono essere autoctone, tranne specifiche situazioni operative, e nel contempo, è necessario porre un’elevata attenzione per le modalità spazio-temporali del loro inserimento nel contesto ambientale.
Ne consegue che la progettazione e l’esecuzione delle opere devono essere eseguite da un team complementare, ove l’apporto delle “competenze ingegneristiche” si integra con le specifiche “professionalità naturalistiche”, dando luogo a coerenti, ordinate e funzionali opere ingegneristiche che si inseriscono armoniosamente nell’ambiente.
In ogni caso una struttura inerte, pur essendo ben eseguita, ma in cui le piante sono assenti, o svolgono un ruolo inadeguato che non valorizzi le loro capacità biotecniche, non può qualificarsi come opera di Ingegneria Naturalistica: essa è votata al fallimento!
In conclusione, l’Ingegneria Naturalistica non può essere improvvisata e richiede una specifica ed approfondita formazione.
L’odierno seminario, propedeutico ad un corso che si intende svolgere, si propone di fornire un quadro d’insieme della disciplina e delle diverse tecniche applicative che saranno illustrate dai relatori con competenze e specifiche esperienze pluriennali in materia ambientale.
Napoli, 11 dicembre 2012

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COME ARRIVARE
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BENEVENTO
AREA di SVINCOLO DIETRO LA STAZIONE CENTRALE FS
MASSERIA ROSETO BN
VEDUTA D’INSIEME
Per chi viene da Napoli o Caserta (SS Appia n.7) prendere la tangenziale ovest prima di entrare in città e seguire le indicazioni FS per arrivare allo svincolo di Padre PIO.
Per chi viene dalla Valle Telesina o da Campobasso subito dopo l’area di svincolo CB-BN (Contrada Olivola) prendere la parallela interna alla SS 372 che è a senso unico verso Benevento fino a trovare l’indicazione Masseria Roseto.
Per chi viene da Avellino (via Autostrada) uscire a Benevento Nord e seguire indicazioni Centro o FS per arrivare alla rotonda di Padre Pio.
Punto di partenza
Punto di arrivo
Per problemi contattare 338 4 22 17 14

da: Italo Abate [abateitalo@alice.it]


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