Avviati i lavori per il bioparco al posto del giardino zoologico di Napoli. Si apre il 30 ottobre. Il giardino zoologico è morto viva il bioparco. La nuova struttura che prenderà il posto dello zoo napoletano è già a buon punto ed una prima parte sarà fruibile a partire da novembre, ed è stata stabilito che la data di inaugurazione sarà sabato 30 ottobre. La giornalista de Il Mattino, Paola Perez, ha scritto in proposito un articolo molto esplicativo in ogni dettaglio che sottoponiamo ai nostri lettori. “Lavori a ritmo serrato per ripristinare la struttura di Fuorigrotta. Un investimento da 40 milioni Riapre lo zoo, nasce il bioparco. Inaugurazione il 30 ottobre: 600 animali e niente gabbie. Nel 2006 aree a tema e habitat naturali . C’è una data che fa da ponte tra lo zoo di ieri, martoriato dall’abbandono e dalle procedure fallimentari, e il parco faunistico di domani: sabato 30 ottobre il giardino di Fuorigrotta verrà riaperto al pubblico, sia pure parzialmente, e accompagnerà la città nel percorso di recupero e sviluppo che tra due anni si chiamerà «Animalia». Via le gabbie, visitatori protetti con fossati e lastre in vetro blindato, aree tematiche dedicate al rapporto tra l’uomo e le altre specie viventi (l’addomesticazione, la caccia, la distruzione dell’habitat, la protezione degli esemplari a rischio), ricostruzione di ambienti come la savana, il deserto e la foresta tropicale, museo, fattoria, giochi interattivi, bar, ristorante, negozi di souvenir e effetti speciali curati da un esperto che ha già lavorato con gli U2 e i Rolling Stones. Questo e altro vedremo nel 2006. Il progetto dell’Osai (la società che è riuscita ad aggiudicarsi la gestione dell’area) vale 40 milioni di euro e sarà finanziato in parte da privati, in parte con fondi europei ai quali si spera di avere accesso nel breve termine. Aspettando il 2006, Napoli può cominciare a riprendere dimestichezza con il «parco dimenticato»: percorsi guidati nelle aree di volta in volta disponibili e materiale illustrativo sugli interventi in corso nelle zone off-limits. Nei viali è già al lavoro un pool di veterinari, giardinieri, operai edili, idraulici, elettricisti. Gli animali – 200 se limitiamo il calcolo agli esemplari «da zoo», 600 se contiamo ogni singolo pesciolino che sguazza nelle vasche ornamentali – stanno abbastanza bene, seguono le cure prescritte dagli specialisti e vengono sostenuti con dosi massicce di vitamina. C’è ancora molto da fare, invece, sul fronte burocratico e strutturale. Bisogna perfezionare le pratiche per l’autorizzazione ministeriale, indispensabile per ospitare esemplari potenzialmente pericolosi, ma perché tutte le carte siano in regola è necessario rimodernare le gabbie, allestire una medicheria, sistemare il deposito di stoccaggio degli alimentari, rimettere in funzione tutto il sistema dei sottoservizi. L’impianto idrico, in tilt da mesi per il cedimento di una condotta, è stato finalmente riattivato con un’operazione di bypass. Altra questione, i dipendenti. Sono rimasti in dodici e cercano garanzie sul loro futuro: con «Animalia» sarà possibile creare almeno 75 posti di lavoro ma, nel frattempo, che ne sarà degli ex custodi? Il tema è stato affrontato ieri mattina in prefettura, al tavolo di mediazione tra l’amministrazione Osai e i sindacati di categoria. L’ipotesi è quella di un contratto a tempo determinato, che non si esclude di rinnovare con l’avvio del programma di recupero. I dodici «guardiani» si aspettavano, forse, qualcosa di più. Ma allo stato non pare ci siano alternative, anche se la cosa più importante è quella di ricominciare.


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