ANNALISA TIRRITO: NASCE L’ALBERGO DIFFUSO SANTO STEFANO DI SESSANIO
SCHEDA DI PRESENTAZIONE
DESCRIZIONE: L’Albergo Diffuso a Santo Stefano di Sessanio (AQ) è un progetto che nasce dal recupero di una porzione rilevante di un borgo medievale della montagna Abruzzese, caratterizzato da una straordinaria articolazione delle storiche stratificazioni in cui l’originario impianto urbano ha mantenuto la sua identità in mancanza dei consueti sviluppi insediativi del secolo appena trascorso.
Il progetto propone una valorizzazione architettonica con un approccio estremamente conservativo, obbligata conseguenza della peculiare integrità che il patrimonio storico-urbano di questo borgo ha mantenuto per il destino di marginalità, povertà ed abbandono che hanno caratterizzato tanti insediamenti della montagna abruzzese nella loro storia più recente.
Gli edifici saranno restaurati esclusivamente con materiale architettonico di recupero compatibile per stile datazione e tipologia lapidea. Saranno mantenute in quasi tutti i casi le destinazioni d’uso storiche di ogni singolo vano con spazi comuni e di relazione all’interno delle strutture ricettive. L’arredamento apparterrà esclusivamente a quella particolare tradizione dell’arte povera, ancora in vita in questa regione fin quasi alla prima metà del secolo appena trascorso. Quest’ottica “filologica” partendo dal patrimonio storico architettonico, passando per i secolari arredi, viene portata alle sue più articolate conseguenze, fino ai dettagli più minuti come i tradizionali materassi di lana, le lenzuola derivanti dagli antichi corredi, le coperte fatte a mano con gli antichi telai in legno secondo modelli tradizionali e con i colori di origine vegetale, etc. Tecniche facenti ancora parte della memoria storica degli anziani, possibilmente l’ultima generazione, e che stanno formando i nostri artigiani per conservare le culture materiali di per sé destinate alla scomparsa con il venir meno delle condizioni storiche e culturali originarie nelle quali affondano questi saperi.
Un borgo medioevale di tale suggestione, vuole proporsi a quel mercato turistico che tradizionalmente giunge nei borghi storici del centro Italia, alla ricerca di evocazioni, emozioni e sapori, legati alla identità più profonda di questi luoghi storici, identità sempre più a rischio col passare del tempo e che in questi borghi medioevali della montagna abruzzese proprio a causa della loro marginalità si è eccezionalmente conservata.
Dopo l’apertura di una prima parte delle strutture per marzo 2005, l’intero complesso sarà inaugurato entro l’anno 2005. Categoria quattro stelle, 33 camere e 13 appartamenti (146 posti letto), aree comuni: centro benessere con sauna e piscina, centro escursioni, sei botteghe di artigianato tradizionale, la casa dei bambini con i vecchi giochi abruzzesi, sala per piccoli convegni, incontri musicali (capienza 80 persone) e il ristorante (capienza 45 persone) dove ritrovare il gusto della più autentica gastronomia abruzzese ed i migliori vini regionali con un servizio che saprà essere unico e ricercato, senza mai discostarsi dalle tradizioni autoctone. La conduzione in proprio di alcuni terreni limitrofi permetterà la fornitura diretta delle colture storicamente presenti e caratterizzanti queste aree. La struttura alberghiera offre tutti i comfort nella tradizione della migliore hotellerie italiana, che le tecnologie più avanzate riescono a rendere compatibili con le prioritarie esigenze conservative e di restauro.
Vi è un’offerta ricca d’opportunità: secondo le stagioni: sole, neve, aria pura, passeggiate, trekking, mountain bike e l’occasione di incontrarsi in un luogo incontaminato e caratterizzato da un patrimonio ambientale e da un’archeologia del territorio (stazzi, campi aperti, tratturi, etc.) unica al mondo.
SOCIETA’: SEXTANTIO S.r.l. di Daniele Kihlgren, amministratore e socio unico, impegnato imprenditorialmente nel settore del recupero architettonico di valore per finalità ricettive. La sede della Società è in via Palermo, 136, 65122 Pescara.
IL PROGETTO DI RECUPERO DELLE CULTURE MATERIALI: L’approccio conservativo ed in alcuni casi di tutela verso il patrimonio storico architettonico, gli arredi interni, le colture agricole ed i prodotti gastronomici, vuole proporsi, con tutte le difficoltà del caso, anche verso alcuni aspetti delle culture materiali autoctone, solitamente soggette ad irreversibili contaminazioni con l’inevitabile ricambio generazionale e anche con la ridestinazione turistica di questi borghi. Col Museo delle genti d’Abruzzo, sono in allestimento sei botteghe che copriranno le produzioni più significative dell’artigianato artistico della montagna abruzzese. In maniera inedita le botteghe verranno avviate con uso esclusivo delle strumentazioni secolari, delle materie prime e dei manufatti finali secondo un’ottica strettamente filologica, frutto di estensive ricerche sul territorio.
Con gli enti territoriali al fine di salvaguardare uno degli aspetti più rilevanti, l’identità del luogo, e’ stata formalizzata la Carta dei valori per S.Stefano di Sessanio, espressione di volontà promossa dalla Società Sextantio, il Comune di Santo Stefano di Sessanio ed il Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, il cui primato è la tutela dell’autenticità di questi patrimoni come presupposto di base della progettazione, del rilancio e della promozione di queste aree. Sulla base di questa espressione di volontà sono state avviate una serie di concrete azioni nel rispetto dei singoli articoli della stessa, tra queste in via di attuazione un protocollo di intesa con diversi enti territoriali e con Legambiente, per la rimozione di detrattori architettonici ed ambientali (superfetazioni architettoniche, antenne, pali della luce, etc.). In maniera inusuale, oltre l’impegno degli organi territoriali di competenza, la società privata si e resa disponibile a concedere risorse finanziarie al comune per eliminare eventuali detrattori presenti nel centro storico.
EVENTI ARTISTICI E PROGETTI CULTURALI: Un borgo medioevale di tale suggestione dovrebbe proporsi quale luogo elettivo per eventi artistici e culturali.
Per quanto riguarda la musica e’ stato avviato il rapporto di “Ensemble in Residence” con l’orchestra di musica classica e contemporanea “L’Officina Musicale”. Residenza che offre all’Officina Musicale l’opportunità mediante prove aperte al pubblico, concerti, corsi di perfezionamento musicale, seminari ecc., Per quanto riguarda l’arte contemporanea, la proposta della Galleria d’arte Cannaviello, veicolerà nelle dimore del borgo, alcuni rappresentativi esponenti internazionali di questo settore, i quali lasceranno un’opera a testimonianza del luogo e del loro passaggio. Siamo infine in trattativa per veicolare a S.Stefano un festival di musica, teatro e letteratura, la cui direzione artistica sarà curata da Paolo Damiani.
I PROFESSIONISTI: La società privata ha incaricato lo studio associato DiZio-Di Clemente, da più di un decennio impegnato sul territorio nella ricognizione del patrimonio storico in abbandono, per definire le caratteristiche tipologiche e stilistiche degli elementi architettonici diffusi nel borgo, e per una corretta riproposizione, qualora mancanti, con materiale di recupero. Lo studio è incaricato della progettazione, della direzione dei lavori e di tutto l’intervento.
DATI SULL’OCCUPAZIONE: Nel corso dei lavori di restauro il cantiere ha dato lavoro a 40 persone circa, più 2 impiegati e 2 lavoratori a progetto per l’ufficio Sextantio. A pieno regime l’albergo occuperà circa 30 persone.
CONNOTAZIONE DELL’ALBERGO E IPOTETICO INDOTTO: L’albergo si posizionerà sulla fascia medio alta del mercato internazionale, con idonei standard di qualità e servizio. I mercati di riferimento, pertanto, saranno il leisure, meeting & incentive, ed il mercato correlato all’offerta del centro benessere. Vista la tipologia di clientela, e l’elevato tasso di permanenza media prevista, è prevedibile un buon livello di ricaduta sull’indotto (escursioni, consumi sul territorio, trasporti, ecc.)
COSA HANNO SCRITTO IN PROPOSITO
(Messaggero Abruzzo, luglio 2004)
Già in passato la sensibilità romantica, poneva l’Italia centrale ed i borghi storici, quale meta privilegiata per i turisti stranieri, quasi come cordone ombelicale per gli assetati di “italianità”. Ma sebbene dimostrato storicamente, stupisce che ancor prima dei media nazionali, e in misura prepotente, la stampa estera apprezzi Santo Stefano di Sessanio, nel cuore dell’Abruzzo montano a 1250 metri d’altitudine. Il paese in provincia di L’Aquila, attira l’interesse di chi sceglie le notizie per il pubblico, aggiornando con assiduità l’evolversi dell’ampio progetto di turismo sostenibile e responsabile, che rende unico il borgo mediceo. Ci si interroga allora sui diversi aspetti che maggiormente richiamano l’attenzione di quotidiani, più che riviste specializzate nel settore turistico, oltre i confini nazionali. Il Washigton Post è l’ultimo quotidiano di una lunga serie, che lo scorso lunedì ha acceso i riflettori sul progetto di sviluppo sostenibile di un imprenditore privato Daniele Kihlgren, che ha acquistato un terzo del borgo Santo Stefano di Sessanio, per realizzarne un albergo diffuso (attivo già dal prossimo anno) e che vede in sintonia con il progetto le istituzioni, il sindaco del paese Antonio D’Alosio e gli enti territoriali, con il presidente del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Walter Mazzitti per un borgo che si avvia alla rinascita grazie ad un turismo articolato. Ma basta citare alcuni dei giornali di stampa estera, che negli ultimi mesi hanno trattato lungamente l’argomento, come il Finantial Times, Metro, The Guardian, Kurier, La Tribune ecc, per capire che il fenomeno risponde all’esigenza diffusa di riscoperta dei valori autentici. Questo è Santo Stefano, l’essenza del “semplice, vero, senza stravolgimento”, dovuto al progresso, allo sviluppo urbano, alla speculazione, alla modernità. Per un caso storico, ritenuto oggi provvidenziale, in seguito all’abbandono del paese natio, per cercar fortuna altrove e mai più farvi ritorno, Santo Stefano non ha cambiato volto nei secoli, non ha subito lo stravolgimento urbanistico tipico degli anni ’60-’70. Perciò piace tanto a chi cerca un luogo elettivo, e per sensibilità accertata agli inglesi, ai francesi, agli americani, ma più in generale a tutti coloro alla ricerca di un turismo articolato, che possa garantire 365 giorni all’anno di accoglienza turistica fatta di luoghi autentici, di sensazioni di benessere che può regalare un borgo storico, di cucina tradizionale, di recupero degli antichi mestieri, attraverso botteghe di artigianato autoctono. Luoghi ed echi di un’Italia scomparsa, riproponibile solo attraverso attente ricerche di autenticità, che la Sextantio la società di Daniele Kihlgren ha affidato solo ad esperti, dal Museo delle Genti d’Abruzzo all’Universita Gabriele D’Annunzio di Pescara, perché nulla sia a caso, stravolto o falsificato. Come i materiali di recupero compatibili per stile, provenienza e datazione storica, utilizzati per il restauro architettonico, nonchè per la riproposizione come accoglienza turistica. Sono conservate in quasi tutti i casi le destinazioni d’uso storiche di ogni singolo vano con spazi comuni e di relazione all’interno delle strutture ricettive. L’arredamento apparterrà esclusivamente a quella particolare tradizione dell’arte povera, ancora in vita in questa regione fin quasi alla prima metà del secolo appena trascorso. Quest’ottica “filologica” partendo dal patrimonio storico architettonico, passando per i secolari arredi, viene portata alle sue più articolate conseguenze, fino ai dettagli più minuti, secondo tecniche facenti ancora parte della memoria storica degli anziani, l’ultima generazione in grado di tramandare le culture materiali di per sé destinate alla scomparsa con il venir meno delle condizioni storiche e culturali originarie nelle quali affondano questi saperi.
Il progetto Albergo diffuso Santo Stefano di Sessanio, si può considerare l’evento turistico dell’anno, ovvero il tema più trattato dai quotidiani esteri, con una presenza di giornalisti in loco paragonabile ad un pellegrinaggio di fedeli alla scoperta di un’Italia nascosta. Ne parliamo con Daniele Kihlgren, amministratore unico Sextantio, nonché ideatore e motore del progetto.
Siamo alla vigilia dell’apertura del Palazzo della Loggia, primo immobile completamente restaurato a scopo ricettivo, secondo lei chi sceglierà Santo Stefano di Sessanio per le proprie vacanze?
“Un borgo medioevale di tale suggestione, si propone a quel mercato turistico che tradizionalmente giunge nei borghi storici del centro Italia, alla ricerca di evocazioni, emozioni e sapori, legati alla identità più profonda di questi luoghi storici, identità sempre più a rischio col passare del tempo e che in questi borghi medioevali della montagna abruzzese proprio a causa della loro marginalità si è eccezionalmente conservata. L’esigenza oggi è quantomai inevasa, per una richiesta che al contrario è pressante e storicamente esistente”.
Come giudica l’interesse della stampa estera per Santo Stefano?
“E’ un dato molto interessante, da esaminare, facendo un’analisi comparata degli articoli sul Financial Times, Metro, The Guardian, Kurier, La Tribune, si evidenziano alcuni caratteri comuni. Si sottolinea più che il fascino del singolo palazzo o delle piazze del borgo, lo stato di conservazione eccezionale del patrimonio storico architettonico e la mancanza dei consueti sviluppi urbani costituitisi quasi ovunque intorno all’originaria cerchia muraria negli anni del boom economico. Per quanto riguarda il progetto privato il tentativo è quello di riproporre tramite studi articolati e con l’intervento delle più accreditate istituzioni di ricerca i vari patrimoni originari ancora conservati in questi borghi della montagna abruzzese. Dal patrimonio storico architettonico ai vari patrimoni delle culture materiali autoctone”.
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