Anna Russo: Torrecuso (Bn), prima Città del Vino italiana “Trucioli No”. Il sindaco di Torrecuso (BN) emana la prima ordinanza in Europa che vieta l’uso dei trucioli per l’invecchiamento dei vini.
“Trucioli No”. La prima ordinanza antitrucioli nel vino. Ancora non sono autorizzati, ma prevenire è meglio che curare, deve aver pensato il sindaco di Torrecuso (Benevento), una tra le più importanti Città del Vino della Campania.
Il 31 agosto, infatti, ha firmato la prima ordinanza in Italia che intende sbarrare la strada – nel territorio comunale – all’uso dei trucioli di legno per aromatizzare i vini, dandogli un finto “effetto barrique”. Nell’ordinanza è scritto che, in vista del recepimento da parte dello Stato italiano dell’autorizzazione alla pratica enologica dei cosiddetti chips, all’interno del territorio di Torrecuso non sarà consentito “per motivi precauzionali, legati alla salute del consumatore”, l’uso dei trucioli da parte delle aziende locali. Il comune di Torrecuso ha pure aderito alla petizione lanciata da Città del Vino e Legambiente, che ha visto come primo firmatario il presidente del Senato, Franco Marini.
“L’ordinanza del comune di Torrecuso – ha dichiarato Floriano Zambon, presidente di Città del Vino – è un atto che anticipa l’autorizzazione all’uso dei trucioli di legno, prevista nei prossimi mesi. Riteniamo che potrebbe essere una strada da percorrere in tutti i Comuni Città del Vino, 550 in Italia, per arginare una pratica che a nostro avviso va contro gli obiettivi di qualità che dovrebbe porsi il sistema vitivinicolo del nostro Paese”.
LE REAZIONI
È destinata a suscitare scalpore l’iniziativa di Francesco De Nigris, sindaco di Torrecuso, un paese in provincia di Benevento aderente al circuito “Città del Vino”. Il comune è, insieme con Solopaca (che si trova a due passi) forse quello a maggiore vocazione di produzione vitivinicola della Campania. È il serbatoio di vini di qualità della Campania.
Numerose aziende, tutte ben posizionate sulle guide di settore, producono in quel territorio da decenni l’Aglianico del Taburno e la Falanghina del Beneventano, un rosso ed un bianco che nella media non fanno invidia a vini prodotti in altre regioni italiane. La qualità oggi, secondo il sindaco di Torrecuso e non solo, sarebbe in pericolo; Il pericolo, in questo momento ha un solo nome: “trucioli” chiamati anche “Chips”.
I trucioli di legno servono a invecchiare velocemente ed a costi irrisori il vino; secondo il prof. Giorgio Calabrese, membro dell’European Food Safety Authority, l’uso dei trucioli potrebbe comportare seri problemi di salute, in particolare afferma il Prof. Calabrese: “I chips sono dannosi alla salute, infatti con questa pratica si favorisce la cessione di idrocarburi e di alcuni metalli pesanti e, fra gli aromi, anche di sostanze come l’acido vanillico e l’acido siringico. Test su cavia hanno dimostrato danni al fegato e ai reni”.
Già nell’aprile scorso il Presidente di Unioncamere Campania, Costantino Capone, aveva lanciato l’allarme: “I vini campani hanno raggiunto livelli considerevoli ma oggi le politiche globalizzanti che tendono a consentire l’utilizzo di trucioli, antischiumogeni ed altre sostanze che con il vino vero, quello prodotto da una classe contadina consapevole, non hanno nulla a che fare”.
Poi c’è stata la “rivoluzione” delle Città del Vino, che hanno intrapreso una serie di iniziative in sede politica, pare purtroppo destinate ad un sonoro insuccesso. Nell’ambito della manifestazione VINESTATE 2006, arriva l’iniziativa del Sindaco di Torrecuso, Francesco De Nigris, che con i poteri legittimamente conferiti dalla legge, emana un’ordinanza (primo caso in Europa) per le aziende del suo comune, in cui è fatto divieto assoluto di utilizzare i trucioli, premettendo una serie di motivazioni in difesa dell’economia del territorio e della salute pubblica.
“Con questa iniziativa voglio riaffermare il diritto alla salute pubblica unitamente alla tutela dell’economia del territorio, perché il rischio è quello di porre fuori mercato vini di grande qualità prodotti nel mio comune che si troverebbero a competere con vini di qualità inferiore a prezzi notevolmente più bassi”, ha dichiarato Francesco De Nigris, primo cittadino di Torrecuso.
Tale iniziativa sarà resa nota sabato 2 settembre in un convegno pubblico moderato dal giornalista Lamberto Sposini, che vedrà la presenza oltre che del Sindaco, del Presidente del Gal Partenio, Giovanni Pignatelli della Leonessa, che ha sottoscritto l’iniziativa, dell’On. Tommaso Pellegrino, deputato dei Verdi, del Presidente nazionale delle Città del Vino, Floriano Zambon, del giornalista de Il Mattino, Luciano Pignataro, dell’enologo Gerardo Giuratrabocchetti e di Luigi Snichelotto, della giunta nazionale della FIPE.
“Mi sembra un’iniziativa molto importante per la viticoltura italiana. Il Gal Partenio difende i metodi tradizionali di produzione e sarà al fianco dei produttori che intendono continuare a produrre i vini di qualità”, ha dichiarato Giovanni Pignatelli della Leonessa, Presidente del Gal Partenio.
A ruota segue Tommaso Pellegrino, Deputato delle commissioni Lavoro e Sanità della Camera dei Deputati: “Sono al fianco dei produttori che rivendicano il giusto diritto a produrre vini di alta qualità ed a proporre ai consumatori prodotti con il giusto rapporto qualità/prezzo. Mi batterò in sede parlamentare per difendere le giuste cause di chi lavora per tutelare la salute dei cittadini e l’economia dei territori rurali come Torrecuso”.
L’iniziativa molto probabilmente innescherà un meccanismo attraverso il quale anche gli altri sindaci delle Città del Vino italiane emaneranno analoga ordinanza.

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A cura di Anna Russo educazionealimentare@supereva.it


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