Enoturismo: La crescita c’è ma è senza regia
Presentati a Roma il V Rapporto Città del Vino/Censis e il programma di Calici di Stelle 2006. Zambon, presidente di Città del Vino: “Avanti così e perdiamo il treno”.
Bisogna fare presto,
il treno prima o poi passa.
Floriano Zambon
In Italia il turismo del vino continua a crescere ma se non saranno messe a punto efficaci strategie pubblico-private per accompagnarne lo sviluppo il Paese rischia di perdere una grande occasione per le economie dei territori minori. È una crescita che va in controtendenza rispetto ad altri tipi di turismo e c’è un grande potenziale inespresso, tuttavia le politiche e le risorse finora messe in campo sono tendenzialmente da bocciare.
A lanciare l’allarme è l’Associazione Nazionale Città del Vino, la rete dei 550 Comuni Doc, che stamattina a Roma presso Palatium-Enoteca regionale del Lazio ha presentato i risultati del V Rapporto Città del Vino/Censis sul Turismo del Vino.
Lo studio, elaborato attraverso sondaggio Delphi, mette in luce cinque valutazioni chiave.
1. Con 4,5 milioni di frequentatori il turismo del vino si consolida nei volumi, nella capacità di spesa e nella competenza dei territori.
2. Tra gli enoturisti stranieri diminuiscono i tedeschi ma crescono gli altri europei mentre tornano ad affacciarsi i nord americani.
3. La spesa media giornaliera del turista del vino (149 € nel 2003, 167 € nel 2006) cresce più dell’inflazione: 1 € per acquisti di vino in cantina genera una ricaduta di 5 € spesi sul territorio per altri acquisti turistici.
4. Le due principali manifestazioni enogastronomiche del Paese (Calici di Stelle e Cantine Aperte), raccolgono pubblici popolari crescenti, ma la necessità di rinnovare l’offerta si fa pressante, più nella fascia dei prodotti complementari che in quella del vino.
5. Il turismo del vino ha un potenziale di sviluppo ancora inespresso e stimato nell’80% del fatturato attuale, ma le risorse e le politiche finora messe in campo sono quasi inesistenti.
In conclusione, sottolinea il V Rapporto Città del Vino/Censis, nei prossimi cinque anni le presenze di enoturisti possono raddoppiare, da 4,5 a 8 milioni l’anno, mentre il fatturato complessivo può crescere da 2,5 a 4 miliardi di € l’anno. In più si prevede una moltiplicazione dei distretti enoturistici più attrattivi, oggi 10-15 e tutti al centro nord, domani almeno 40-50, e meglio distribuiti sul territorio nazionale.
“C’è un grande potenziale da intercettare – ha commentato il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon – ma ci vuole un salto di qualità nelle politiche di promozione e sviluppo dell’enoturismo. È necessario un maggior coinvolgimento degli enti pubblici nella messa a punto di strategie condivise con le cantine e gli altri attori territoriali, inoltre va rafforzato il sistema delle Strade del Vino italiane. Ma bisogna fare presto, il treno prima o poi passa”.
Anna Russo,
educazionealimentare@supereva.ita
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