Anche i pappagalli si fanno di Prozac.
Nei paesi anglosassoni si diffonde sempre di più l’uso di dare psicofarmaci agli animali difficili da gestire.
E non sono solo cani e gatti a subire il bombardamento di Prozac: ecco come vanno le cose a Chico, un pappagallino di Cullompton, nel Devon, che è recentemente caduto in depressione.
Pappagallo geloso
– L’animale ha iniziato ad attaccare il marito della sua padrona, in preda ad attacchi di gelosia, ma per lui è stata trovata la soluzione usata sempre più spesso con bambini e adulti americani: basta un po’ di Prozac per risolvere il problema.
A Chico è stato prescritto l’equivalente veterinario, l’Haloperido e ora la sua padrona sembra molto più serena.
Si riducono i sintomi e non si bada alla causa del disagio.
– Qualcuno potrebbe suggerire che, magari, sarebbe stato il caso di approfondire le cause del disagio del piccolo animale.
Il fatto è che sempre più spesso chi ha un animale in casa anziché venire a patti con la sua natura, appunto, animalesca preferisce ricorrere ai farmaci per spegnere sintomi che, probabilmente, sono la semplice reazione alla “cattività”.
Umani e animali.
– Invece la tendenza che si sta attestando, soprattutto negli Usa, è questa: mezza pastiglia da 10 milligrammi una volta al giorno. Il Prozac, quello vero, è forse troppo costoso per sprecarlo su un animale, ma una confezione del farmaco generico corrispondente, la fluoxetina, si acquista con 16 dollari e dura quattro mesi.
Può bastare perché la terapia faccia il suo effetto.
I gatti smettono di fare pipì ovunque, di aggrapparsi alle tende, di graffiare il vicino di casa o qualunque altro estraneo gli capiti a tiro.
I cani diventano più mansueti e smettono di strattonare al guinzaglio solo perché hanno sentito un odore più interessante degli altri.
Loro diventano meno animali e noi meno umani.
(Da Tiscali animali, nella foto Kikapress: Chico il pappagallo “drogato”)
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