Arrivano gli allevamenti di maiali transgenici per il business degli xenotrapianti
di Oscar Grazioli

E adesso avremo i maiali transgenici che doneranno (si fa per dire) organi, o cellule d’organo, da trapiantare sulle scimmie alla ricerca di risposte sui trapianti d’organo nell’uomo.
Un bel tuffo contro corrente nel fiume dell’evoluzione e della biologia, quello del collega Cesare Galli, veterinario cremonese, assurto alle cronache mondiali, per avere clonato il primo toro al mondo (e forse anche il primo cavallo).
Il divieto che vietava la clonazione degli animali è scaduto nel lontano 31 dicembre del 2001.
In assenza di leggi in materia, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità di allora, Enrico Garaci, annunciò la decisione presa dal Consiglio stesso: anche in Italia si potevano allevare suini transgenici a fini di ricerca e per la produzione di organi geneticamente modificati. Pochissime le proteste: qualche animalista visto con sospetto dalla torre eburnea della scienza.Anche la Chiesa, intransigente con staminali ed embrioni umani che sono effettivamente utili, come dimostrato all’estero, se non altro perché dall’uomo derivano e all’uomo sono destinati, la clonazione animale in vista degli xenotrapianti è passata con qualche piccola colichetta da parte di alcuno, presto smorzata con una fialetta di Buscopan.
Nasce dunque a Cremona il centro Avantea, uno dei primi allevamenti di suini transgenici destinati esclusivamente ai fini di ricerca.
La necessità di avviare un allevamento, spiega Galli, “nasce dall’esigenza di poter disporre di animali Ogm in numero sufficiente e che si riproducano naturalmente, al fine di rendere le sperimentazioni più semplici”.
Galli spiega che “i suini transgenici da noi prodotti vengono inviati ai centri di ricerca in Italia, a Padova e all’estero dove gli organi Ogm dei suini vengono trapiantati a primati per valutare la risposta e il rigetto; il fine è il futuro trapianto degli organi animali stessi sugli uomini”.
Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di una finalità troppo nobile, per stare tanto a sottilizzare su benessere animale e simili quisquilie.
In fin dei conti poi, di maiali si tratta: che finiscano in salami o a “donare” reni da trapiantare su scimmie che importa?
E invece importa, e importa moltissimo.
Qualcuno ricorda la storia (anzi il calvario, anzi l’omicidio straziante) di Baby Fae, la bambina che nel 1984 ricevette il cuore da un babbuino, grazie all’idea e al bisturi di Bailey a Loma Linda?
Tre settimane di vera e indicibile agonia con bordate di farmaci immunosoppressori per cercare di dominare il rigetto e quintali di antibiotici per un virus delle scimmie che non era stato testato.
Addirittura l’idea, il giorno prima della morte della bimba, di sottoporla a un secondo trapianto, magari con un cuore umano o anche con un altro cuore di babbuino.
Per fortuna Baby si è spenta senza ulteriori torture.
Oggi Bailey dice trionfante di “avere i babbuini giusti”.Lo faccia con i suoi nipoti.
L’associazione Equivita riporta che centinai di trapianti da animale a uomo si sono tutti conclusi inevitabilmente con la morte del paziente dopo lunghe sofferenze.
D’altronde che fine ha fatto il vaccino per l’Aids della nostra Ensoli, che sembrava l’asso di bastoni, una volta nettato nelle scimmie?
Totale fallimento nell’uomo.
Soldi gettati, vite distrutte, strade fantasiose e insensibili al richiamo del buon senso.
Da Cremona intanto domani parte un altro rene da impiantare su una scimmia, sperando che guarisca un uomo. Arroganti!
27 maggio 2011
(da Tiscali animali)


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