Albicocco, Prunus armonica, famiglia Rosaceae
Albero da frutto di medio sviluppo stupendo in primavera per la bella fioritura, adatto a zone collinose e di pianura, frutti squisiti.
Caratteristica delle specie:l’etimologia del nome di questo importante albero da frutto è stata molto controversa. Anzitutto si riteneva proveniente dall’Armenia da cui il nome Armeniaca; invece questa Rosacea proveniva dalla lontana Cina dove era conosciuta ed apprezzata da oltre 3000 anni a.C. Fu importata in occidente da Alessandro il Grande poco prima dell’Era cristiana e si diffuse presato in tutto il Medio Oriente ed anche in Armenia. Linneo nel classificare l’albicocco lo ritenne appartenere al genere Prunus pur isolando le varie specie che lui attribuì a quel genere come il ciliegio, il susino, il pesco ed il mandorlo. In seguito si crearono i generi: Armeniaca, Cerasus, persica ed Aygdalus a cui si ascrissero rispettivamente appunto l’albicocco, il ciliegio, il pesco ed il mandorlo. L’Armeniaca vulgaris è la specie più antica e già conosciuta da Teofrasto e da Dioscoride con la denominazione di Nailon armeniaca mentre i latini la chiamavano praikokion. E’ stata la progenitrice di quasi tutte le varietà e cultivars di albicocco oggi in commercio. I nomi volgari assunti da quella specie sono armellino, meliaco muniaga, bricoccola, arbicocch, mugnagh.
Semina, trapianto, moltiplicazione: Prunus armeniaca è una pianta fruttifera di medio sviluppo adatta per zone di pianura e collina. Le piante prodotte dalla semina si usano come portainnesti delle migliori varietà(cultivar). Si ricorre all’innesto delle marze anche sui susini selvatici.
Terriccio, annaffiatura, concimazione: si può coltivare l’albicocco nella maggior parte dei terreni sia fertili e profondi, purchè permeabili e ricchi di calcio, che alluvionali e piuttosto sassosi.Se innestato sul mandorlo si adatta anche ai terreni aridi e superficiali oppure spiccatamente calcarei. Concimare ogni anno con fertilizzanti ricchi di fosforo, azoto. Annaffi regolari sono necessari.
Fioritura: i fiori bianchi sbocciano, secondo le zone, tra febbraio ed i primi di aprile; le foglie ovato-cuoriformi sono sorrette da lunghi piccioli.
Le varietà: dai vivaisti specializzati sono state ottenute le varietà diffuse attualmente in colture, che possono fruttificare da fine maggio a metà agosto; i frutti variano per forma, colorazione della buccia e della polpa. Precoci sono la Majolino e la Bulida, mentre tardive la Pesca di Nancy e Val Venosta. Di media maturazione : Luizet, Reale d’Imola, Paviot. Le albicocche sono drupe globose con mandorla quasi sempre amara.
Scheda
Periodo di semina: i frutti delle piante ottenute da seme sono scarsi e piccoli
Periodo di fioritura e raccolto:in primvera febbraio-marzo, i frutti si raccolgono in giugno-luglio
Esposizione alla luce: pianta da coltivare a pieno sole ed a pieno vento
Terriccio e concimazione: terriccio profondo, fertile, ricco di calcio, concimare una volta all’anno
Annaffiatura: annaffiare regolarmente le piante in caso di periodi molto siccitosi
Malattie parassiti: eseguire i trattamenti in via preventiva in primavera e durante l’estate
Moltiplicazione e trapianto: si propaga per innesto, sul mandorlo, sul pesco e sul susino
Adattabilità: pianta che teme le gelate tardive che possono danneggiare i fiori.
Categorie: Il Contadino
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