1) AGE MADE IN ITALY
PARTE DALLA CAMPANIA IL RISCATTO DELLA SCARPA “MADE IN ITALY”
NAPOLI, 4 Ottobre – In contemporanea al Micam di Milano, la fiera nazionale delle calzature, si è presentata ufficialmente sul palcoscenico calzaturiero Italiano ed Estero, “The shoes Made in Italy, Associazione Nazionale per lo sviluppo del Comparto Calzaturiero Italiano”. Iniziativa che però prende il via ufficialmente questa settimana. Una presentazione con il solo intento di rendere pubbliche le propria finalità: contribuire concretamente alla difesa ed allo sviluppo delle imprese del comparto calzaturiero Italiano, insieme a quanti, ognuno nella propria sfera di competenza, Istituzioni, Enti Associazioni di categoria, si stanno attivando, per la difesa e la valorizzazione di un patrimonio tutto Italiano ovvero la scarpa “Made in Italy”. Il responsabile marketing dell’Associazione, Piero Iaccarino, attento osservatore del mercato calzaturiero nazionale ed estero, dice: «l’ idea di costituire l’ Associazione è partita in sordina circa tre anni fa, proprio qui al Micam, dove molte Imprese già manifestavano una sofferenza e l’esigenza di ricercare nuovi strumenti per difendersi, da una sempre più galoppante crisi, dovuta alla mutevolezza del mercato Internazionale». Gli scenari, per le Aziende Italiane, come era prevedibile, sono cambiati rapidamente senza che nulla sia stato fatto, se non nelle intenzioni. «Una nostra moneta forte – aggiunge Iaccarino – paesi che offrono un basso costo di manodopera ad insediamenti produttivi di Aziende estere comprese alcune Italiane, paesi emergenti diventati anch’essi produttori di calzature anche di buona qualità, immesse a prezzi concorrenziali sui mercati esteri compreso l’Italia, senza alcuna regola e controllo, stanno creando serie difficoltà alle nostre Aziende».
Il Presidente dell’Anci Soldini nella sua relazione, presentata nel corso del Micam, ha snocciolato dati e cifre che danno una esatta visione dei danni che il comparto calzaturiero sta subendo, giorno dopo giorno e ha lanciato un accorato grido d’allarme sollecitando tutti, ad attivarsi ognuno nell’ambito del proprio ruolo, per arginare una crisi che vede una quotidiana chiusura di aziende con la conseguente perdita di profitti e di posti di lavoro.
«Ebbene – afferma Iaccarino – condividendo in pieno quanto ha detto il Presidente Soldini ed essendo cultori della politica del fare, anche noi siamo scesi in campo per dare il nostro concreto contributo. La nostra Associazione non profit, nasce sotto l’egida dello slogan “l’orgoglio di stare insieme” piccole botteghe e grandi Aziende, bravi artigiani e affermati manager, Enti e società di servizi che mettendo insieme, in un percorso comune, le proprie esperienze, il proprio lavoro, la propria piccola o grande attività, possono rappresentare una grande forza capace di difendere con tenacia ed orgoglio un patrimonio tutto nostro, la scarpa made in Italy, famosa in tutto il mondo. Bisogna fare presto però, con attività concrete e non solo intenzionali, prima che anche questo ulteriore sforzo risulterà inutile».
L’Associazione, si è prefissata di realizzare quanto prima una serie di iniziative, tutte finalizzate a dare visibilità, informazioni e nuove opportunità commerciali e di sviluppo alle imprese del comparto calzaturiero Italiano. Nella convinzione però, che le esigenze di ogni impresa varino da Regione a Regione, per molteplici fattori quali: amministrazioni locali, influenze ambientali e culturali, ed in ultimo differenti comparti produttivi, verrà data priorità ad iniziative da realizzarsi nell’ambito di ogni singola Regione. Un esempio concreto è Campania Shoes, il primo portale Italiano dedicato a tutte le Aziende del comparto calzaturiero, insediate nella Regione Campania e che a giorni sarà presentato ufficialmente. Una prima concreta ed innovativa iniziativa, che sarà estesa quanto prima ad altre Regioni con similari insediamenti. «La soddisfazione maggiore per noi – conclude Iaccarino – in questi giorni, dopo intensi mesi di lavoro e sforzi finanziari per la realizzazione di Campania Shoes, è l’aggregazione che stiamo ricevendo dalle Aziende e la disponibilità di Istituzioni locali, di Enti, fra i quali l’ANCI l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e la Seconda Università degli Studi di Napoli con la sua facoltà di Economia Aziendale di Capua e di tanti altri, di Mass Media nazionali e locali che hanno deciso di contribuire al riscatto di una classe imprenditoriale, ad alto contenuto artigianale che vanta prestigiosi nomi, di fama internazionale nel mondo della calzatura e della moda e che danno lustro alla stile Italiano».
Campania Shoes vuole anche dimostrare nel tempo che anche il più piccolo artigiano Campano, Marchigiano, Pugliese, Toscano, Veneto o Lombardo che sia, con un guizzo d’orgoglio può, anzi dovrà esserlo, parte attiva, insieme a tutti gli altri, nella difesa delle sue radici in un mondo sempre più globalizzato. Nelle iniziative dell’Associazione, non sarà esentato il consumatore, a cui bisogna far comprendere il perché nei suoi acquisti deve privilegiare il Made in Italy, unica fonte di sviluppo per le Aziende Italiane e quindi di benessere collettivo. In conclusione, un mix di iniziative finalizzate allo sviluppo del comparto calzaturiero Italiano ed all’affermazione nel mondo della scarpa tutta Italiana.
10/10/2005 – 12:30
2) AGE OCCUPAZIONE:
OCSE, VIVERE DI PIU’ SIGNIFICA LAVORARE DI PIU’
(AGE) BRUXELLES – L’invecchiamento della popolazione nei paesi industrializzati non puo’ che tradursi nell’allungamento della vita lavorativa: altrimenti le conseguenze saranno il rallentamento della crescita economica e tasse piu’ elevate con minori servizi. E’ il monito lanciato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in un rapporto presentato oggi a Bruxelles. Le stime dell’Ocse, organizzazione che raggruppa 30 paesi, indicano che senza riforme nel settore del lavoro, la crescita del Pil dei paesi piu’ ricchi potrebbe calare fino all’1,7% per anno nei prossimi tre decenni (30% in meno rispetto al tasso registrato tra il 1970 e il 2000). Inoltre gli anziani in pensione diventeranno sette ogni 10 lavoratori entro il 2050, quasi il doppio del rapporto calcolato nel 2000, che e’ di 3,8 su 10. Di fronte a questi numeri l’Ocse promuove le politiche che favoriscano la permanenza al lavoro per le persone meno giovani e raccomanda ai datori di lavoro di porre fine alla discriminazione sulla base dell’eta’ nelle assunzioni dei lavoratori e di adeguare le pratiche e gli ambienti di servizio ad una forza lavoro meno giovane. ”Bisognerebbe inoltre mettere in questione la prassi dei pensionamenti obbligatori”, aggiunge il rapporto. (AGE)
ANDREA NUNZIATA


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