A Squille di Castel Campagnano(Ce) l’azienda “Terre del Principe” fa rivivere il Pallagrello.

Il Pallagrello, il vino
“resuscitato” da Peppe Mancini e Manuela Piancastelli (nella foto).

Questa è una favola a tutti gli effetti e, infatti, comincia… C’era una volta un Principe – al secolo Peppe Mancini – che alla fine degli anni 80 compra una casa e un terreno in quel di Castel Campagnano, in provincia di Caserta.
Nel ricordo del nonno e grazie ad una piccola vigna della zia, impianta un vitigno che, in realtà, non nasce nella sua zona, ma in quella di Venafro e che, seguendo la linea d’acqua del Volturno, era arrivato fino alla zia.
Si tratta del Pallagrello, un’uva che ha la rarità di presentarsi sia a bacca bianca sia rossa.
La cosiddetta “piccola palla” è molto preziosa, tanto che troviamo questo vino sulle tavole di corte e nei menu francesi e della nobiltà.
Una grande storia che si perde però con l’Unità d’Italia.
Nel frattempo, grazie al telefonino, il Principe si occupava anche dello studio di avvocato a Santa Maria Capua Vetere, ma era stanco e non si divertiva più.
Un bel giorno una giornalista curiosa e testarda – Manuela Piancastelli, all’epoca redattrice del Mattino – dagli splendidi occhi blu, avendo saputo che di questo introvabile vino erano state fatte 700 bottiglie, volle intervistare il Principe e fece squillare a lungo il suo telefonino.
Il Principe, di natura timido, era restìo a rispondere: in realtà, non voleva dichiarare che il suo primo Pallagrello bianco aveva rifermentato in bottiglia…
Passa così un anno, ma alla fine, grazie alla pervicacia della giornalista, l’incontro avviene ed è… colpo di fulmine!
I due decidono immediatamente di abbandonare le rispettive precedenti vite e tuffarsi anima e corpo nella nuova avventura fatta di vino e vitigni.
Nasce così Terre del Principe, che però “non ha blasoni – dichiara la Piancastelli – si chiama così solo perché Peppe è il mio Principe”.
“E crediamo di aver fatto la scelta giusta”, continua la solare Manuela invitata col suo consorte per presentare l’Ambruco a L’Arcante di Pozzuoli da Angelo e Lilly Di Costanzo e Giulia Cannada Bartoli, per raccontare la loro storia e quella del Pallagrello e non solo, visto che la piccola Azienda produce ben otto tipi di vino e una grappa.
“Viviamo ancora in una zona incontaminata – dicono i produttori – dove i contadini si occupano della terra come lavoro primario e il panorama è davvero straordinario: le nostre vigne si stendono nella gola formata dai due massicci del Matese e del Taburno, beneficia di vento freddo che vuol dire grande sanità delle uve e affondano le radici in un terreno argilloso che ci consente di affrontare la siccità estiva”. Quattro i vini in degustazione, dunque a L’Arcante di via Pergolesi a Pozzuoli, con quattro miracoli culinari usciti dalla fantasia e dall’abilità della cuoca Lilly: piccole papaccelle rosse imbottite e uno sformatino di scarola con pane raffermo, acciughe, capperi e olive per “appoggiare” il Pallagrello bianco e fresco del 2007, mentre il Castello delle Femmine 2006 (Pallagrello nero e Casavecchia) è stato servito accanto ad una polenta, sfarinata di salsiccia e funghi porcini.
Un applauso ha accolto una anteprima assoluta: l’Ambruco 2006, Pallagrello nero in purezza che ha appena ricevuto i Tre bicchieri del Gambero rosso, è stato abbinato ad una miniatura di bontà, una variazione sul tema della lasagna.
Il Centomoggia 2006, invece, è stato degustato con un altro piccolo sformato di vaccino ed erborinato con noci di Sorrento, miele di sulla, marmellata d’arancia e zenzero.
(Di Alessandra Giordano, fonte: Napoli Com)

INFO
Terre del Principe
Via SS. Giovanni e Paolo-Campagnano, 30
81010 Castel Campagnano (Ce) Italia
Telefax +39.0823.867126; +39.348.6400465; +39. 335.5878791 P.I. 02975740610
www.terredelprincipe.com
info@terredelprincipe.com

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