A PROPOSITO DELLA CONFERENZA NAZIONALE DEI CDR e in vista della riunione del Consiglio Nazionale della FNSI
La nota inviatami dal collega Massimo Calenda è anche nella rubrica
“ATTIVITA’ ARGA” del portale www.argacampania.it
Cari colleghi e soci Arga e Unaga il comunicato dei 4 consiglieri nazionali appartenenti al gruppo per l’Alternativa offre spunto per riflessioni che si aggiungono a quelle precedenti per l’attuazione della legge 150 che, peraltro, so che ha avuto un suo momento di dibattito lo scorso 15 giugno presso la Fnsi a Roma del quale sarebbe opportuno per tutti noi conoscere le determinazioni; mi corre l’obbligo di precisare che dell’incontro non ho trovato traccia sul sito Fnsi.
Caro Rossi, so quanto ti dai da fare su questo argomento, ma se tutti sappiamo cosa si fa per uffici stampa ecc., tutti, sindacato e iscritti, potremo dare una mano.
Buon lavoro e a presto, Gianpaolo Necco, consigliere nazionale Unaga per l’Arga Campania
Il documento sulla conferenza nazionale dei Cdr
Una occasione sprecata.
La conferenza nazionale dei Cdr, appendice della riunione del Consiglio nazionale della Federazione nazionale della stampa italiana, si è rivelata una occasione sprecata dalla Segreteria nazionale del sindacato unico dei giornalisti italiani.
Lo scrivono in una nota i consiglieri Fnsi Massimo Calenda, Paolo Corsini, Marco Ferrazzoli, Pierangelo Maurizio, aderenti a l’Alternativa.
Per i 4 Consiglieri Nazionali sarebbe stato più utile per tutti i giornalisti che l’assemblea fosse un momento di ascolto delle esigenze dei colleghi impegnati a combattere il tentativo dei gruppi editoriali di scaricare il costo della crisi sulle sole redazioni, invece che sentire dotte riflessioni sul mercato del lavoro.
La disaffezione al sindacato si acuisce non ascoltando chi è in prima linea, nelle redazioni, a cercare di mantenere in vita le garanzie contrattuali per i colleghi.
Per questo l’Alternativa insiste nel pungolare Segretario e Giunta:
1) Nel dire basta con gli stati di crisi senza fine. L’accoglimento dello stato di crisi aziendale deve essere concesso da parte della Fns, in sede Ministero del lavoro, solo quando la fuoriuscita di colleghi venga preceduta da quella di manager e Direttori che evidentemente hanno fallito nella gestione della testata.
2) Nel prendere atto che l’esorbitante numero di 101mila iscritti all’Ordine dei giornalisti impone un intervento immediato che ponga fine a questa indecente fabbrica di disoccupati: basta con i praticantati d’ufficio senza che si attivino con successo ed efficacia gli ispettori Inpgi;
basta con i praticantati rilasciati – o meglio “venduti” – dalle scuole di giornalismo senza tener conto delle possibilità di un mercato del lavoro a dir poco asfittico.
3) Che rivendichi con voce alta e forte la necessita’ di una rapida soluzione del nodo della nuova governance Rai, questa deve passare necessariamente attraverso il vaglio democratico del Parlamento, in linea con quanto sancito più volte dalla Corte costituzionale. Sottrarre la Rai al controllo asfittico dei partiti, non vuol dire certo porla sotto il controllo delle lobby e dei poteri forti. Nessuna emergenza, poi, può giustificare il mancato rispetto delle leggi della Repubblica.
da: Calenda Massimo
[m.calenda@rai.it]
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