2016 Le Visioni per Competere…
Fiducia. Il 2015 si chiude con questa parola. Fiducia. Il PIL torna a crescere anche se flebile. I consumi a Natale sono stati i più alti degli ultimi anni, anche se lontani dalla performance pre crisi. La disoccupazione sta calando gradualmente anche se il numero degli occupati resta basso, evidenziando il rischio di una vera e propria “rottura generazionale”. Il petrolio costa molto meno, e questo dovrebbe favorire alcuni settori dell’economia (oltre il 40% che si alimentano di esso). Con il nuovo anno ritorneremo a comprare e vendere immobili, auto, macchine e beni fondamentali, ma la digitalizzazione e la modernizzazione del Paese ancora sono nascoste dietro lo stipite della porta.
La fiducia si fonda sui fatti concreti che fanno appunto ben sperare. Dovrebbe tuttavia, erigersi sui progetti per il futuro. E questi mancano. Così come manca un’idea di futuro: dove stiamo andando, dove vorremmo andare e che cosa fare sia durante il cammino sia una volta arrivati. Chi governa un Paese, come chi è a capo di un’impresa, dovrebbe avere ben chiara la visione del futuro e il piano strategico per realizzarla.
Per questo motivo, durante l’anno che si appresta a conclusione, abbiamo provato a suggerire idee e obiettivi, perché non ci è mai piaciuto rimanere in disparte nel gioco né ci è stato chiesto di farlo, anzi. Lo abbiamo fatto con le nostre ricerche, con le nostre analisi, pubblicando libri e volumi e diffondendo le nostre idee verso chi deve prendere le decisioni. Ci siamo occupati di ciò che conosciamo meglio, chi per averlo studiato, chi perché ci lavora ogni giorno: l’innovazione. Per noi innovazione non significa fare cose nuove e “cool”, bensì produrre cose originali che aiutano a risolvere problemi e che hanno un impatto positivo e misurabile sull’economia, sull’ambiente e su chi ci sta attorno.
Nel 2015 abbiamo cambiato aspetto e abbiamo migliorato la squadra. Nel 2016 vogliamo dimostrare ancor di più che siamo nati per aiutare a trovare nuove opportunità e costruire un futuro più prospero e felice. Sicuramente non abbiamo prodotto l’invenzione del secolo o l’idea più stravolgente della storia, ma la nostra audience è cresciuta e siamo riusciti a raggiungere la testa di chi ci segue, immettendo imput e raccogliendo output.
Abbiamo Fatto tanto, ma nel 2016 contiamo di fare ancora meglio, perché questa è la nostra natura.
La contemporaneità è molto più complessa di quanto potessimo immaginare. Forse, e senza presunzione, stiamo vivendo una delle fasi storiche più articolate di sempre, solo per la velocità con cui processi e paradigmi cambiano. I principi che fino ad oggi abbiamo ritenuto validi per affrontare i problemi del presente, non sembrano più adeguati a comprendere le trasformazioni in corso. Ne servono di nuovi. O avremo l’intuizione per coglierli o dovremmo farlo giorno dopo giorno, esperimento dopo esperimento, con la consapevolezza che molto dovremmo sbagliare prima di arrivare alla meta.
I temi sui quali continueremo a lavorare sono quelli con cui abbiamo chiuso il 2015: Industria 4.0., IoT, Sharing Economy, Digitalizzazione, Free Zone etc. Sono ancora concetti pionieristici in Italia, non per questo dobbiamo precluderci la possibilità di far sì che diventino opportunità reali. Il nostro Paese può e deve raccogliere le sfide del futuro, anche se è ancora necessario superare le difficoltà del passato.
Le imprese e l’imprenditorialità italiane hanno bisogno di una visione politica che le aiuti a ripartire e le aiuti ad aprirsi alle sfide della globalizzazione e dell’espansione della frontiere dei mercati. Non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo a decidere come proteggerle, se poi non le si aiuta veramente a crescere.
Ma, c’è sempre un ma per chiudere. Tutto questo sarà possibile solo con il vostro contributo. Dobbiamo continuare a collaborare come una squadra, dove non esiste un semplice Io, ma un fondamentale noi.
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