IL FILM SU UNA GIOVANE TRAFFICANTE DI DROGA COMMUOVE.
IN SALA ANCHE UNA RAGAZZA DI SAN PATRIGNANO: ”HO FATTO LA STESSA ESPERIENZA DELLA PROTAGONISTA”. LA PELLICOLA SARA’ PROIETTATA
IN ANTEPRIMA NELLA COMUNITA’ DI MUCCIOLI
Viene proiettata la storia di Maria, una giovane trafficante di droga, costretta a delinquere per fame. Al termine, il colpo di scena. Dal pubblico si alza Patrizia, una che nella vita ha fatto le stesse cose: ”Sono io Maria. Questa e’ la mia storia vera”. I ragazzi del Giffoni applaudono commossi. Interviene Andrea Muccioli: ”A San Patrignano vivono tante Maria”.
Il film “Maria Full of Grace”, la toccante storia di una ragazza colombiana incinta, improvvisato corriere per i signori della droga, prima di uscire nelle sale italiane, a novembre, sarà proiettato in anteprima a San Patrignano. L’annuncio è stato dato, questa mattina, da Andrea Muccioli, responsabile della comunità, presente alla proiezione del film, in concorso nella sezione YGen (15-19 anni).
La pellicola, distribuita dall’Istituto Luce, è il lungometraggio d’esordio del regista Joshua Marston e racconta la storia di Maria, giovane colombiana che lascia la sua famiglia, incinta, e finisce col diventare un “contenitore umano” per il traffico di droga tra Colombia e America.
Il film, come rivelato da Muccioli, “sarà proiettato a San Patrignano dove vivono tantissime Maria”. Maria, nella realtà, a Giffoni, è Patrizia, una ragazza madre che vive a San Patrignano, ormai fuori dal tunnel della droga, oggi in sala, tra i ragazzi, per raccontare la sua storia di tossicodipendente. Di quando, corriere dei signori della droga, inghiottiva gli ovuli e viaggiava, in auto, da Castelvolturno a Roma per intascare qualche soldo.
Patrizia, che aveva già conosciuto i ragazzi di YGen durante la rappresentazione di “Fotogrammi”, uno spettacolo teatrale che ha come protagonisti “attori” che realmente hanno lottato con il problema della tossicodipendenza, non si è sottratta alle domande dei giurati: ”Per me è difficile guardare un film e parlare di una vicenda che ho vissuto, duramente, in prima persona”. Emozionata, visibilmente turbata, Patrizia è la Maria del film di Marston, presente in sala in carne ed ossa. E’ la protagonista in vita del dramma della droga. La testimonianza di Patrizia e’ stata accolta con un fortissimo applauso dai ragazzi della giuria. E’ la testimone di come, dal tunnel della tossicodipendenza, si possa venir fuori.
Oltre all’emozione fuori programma per le schiette parole di Patrizia, la ‘Maria di San Patrignano’, e’ piaciuto davvero ai ragazzi il film di Joshua Marston. Ha appassionato la fiera determinazione di Maria, ha commosso la scelta difficile ma indispensabile di “lavorare” come corriere. Storia vera raccontata con passione, il film in concorso è nato dall’incontro fortuito dello stesso Marston con una donna che ha vissuto sulla propria pelle il dramma di Maria, ma con un finale meno consolatorio.
“Rappresenta la realtà meno considerata – ha dichiarato Muccioli al termine della proiezione – questo film tratteggia la labilità del confine tra il bene e il male, la disperazione e l’opportunità di una vita diversa, la violenza e l’amore. Solleva interrogativi, dubbi, angosce, mostra una realtà che, seppur nel film distante migliaia di chilometri, è vicina a noi. Patrizia ne è l’emblema: è una ragazza che ha conosciuto il dramma della droga, ha vissuto da protagonista la tragedia raccontata nel film, ma ha saputo essere madre responsabile e sensibile, così come Maria. Esiste tra le due una similitudine sconcertante”.
Il film termina con un lieto fine. Maria riesce ad uscire dal tunnel. Proprio come è capitato a Patrizia che ora da San Patrignano si prepara a una nuova vita.
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