8 Settembre 2004
“SING SING CABARET”: IL BORGO DIVENTA “FORTEZZA”. ROY PACI, MARCELLO COLASURDO, LA CONTRABBANDA, E ORCHESTRE ORGANIZZATE PER UN HAPPENING FUORI DALLE “GABBIE” DEI LUOGHI COMUNI.
– Oltre 60 artisti sul palco, un gruppo di detenuti-attori per una rilettura magistrale di Bertolt Brecht in una versione assolutamente inedita per il Sud Italia.
Uno spettacolo da non perdere che sta conquistando i palcoscenici di tutta Italia e che arriva al “Settembre al Borgo” venerdì sera, al Teatro della Torre.
A Casertavecchia è di scena “I Pescecani, ovvero Sing-Sing Cabaret” della Compagnia della Fortezza, i 23 attori-detenuti del Carcere di Volterra, eccezionalmente accompagnati da alcuni padrini doc messi assieme dal coordinamento musicale di Francesca Graneri: Roy Paci e Marcello Colasurdo, i picciotti musicalissimi della Contrabbanda di Napoli e delle Ceramiche Lineari (la giovane pulp band volterrana che ormai fa da colonna sonora costante nelle recenti tournée degli attori-detenuti di Volterra) l’Orchestra di fiati “Ugo Valerio” Città di Marcianise. E all’esterno del teatro l’accoglienza a ritmo di musica della “Banda musicale Fondazione Villaggio dei Ragazzi”, di Maddaloni.
Un happening nel segno del teatro che incontra la musica in un unico afflato liberatorio, per scoprire le trame di un testo – “I Pescecani” – liberamente ispirato all’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, sostenuto e impreziosito da interventi musicali d’autore, nel segno di Roy Paci e Marcello Colasurdo.
Roy Paci, il re della tromba, colui che dava fiato e anima agli show incendiari di Manu Chao nel 2001, è l’eroe del blob musicale: “La mia musica è tutta un blob, come la vita in cui ci sono le cose belle e le cose brutte – spiega l’artista siciliano che ha suonato con i jazzisti newyorkesi più raffinati, ma anche con le bande hardcore, ska, con i Mau Mau, con Capossela e Ivano Fossati -.
Nell’ultimo anno mi sono confrontato con la situazione carceraria, ho suonato a Sollicciano, un concerto contro la situazione di sofferenza dei detenuti per il sovraffollamento delle celle. A livello mondiale la guerra ci sta facendo vedere situazioni disumane come nelle prigioni di Guantanamo.”

A proposito dell’atteso esperimento di Caserta, Roy Paci annuncia: “Per me è importante che la gente qualunque possa esternare una capacità artistica, anche le persone più semplici. Siamo tutti presi dalla frenesia della vita. E’ un grande valore per me che la gente comune, anche i detenuti, si riscoprano artisti. A Casertavecchia vorrei da fare collante, totalmente al loro servizio, non solo con il mio amore per Brecht e Weill, ma con tutto il mio background culturale e musicale. Non sono ancora sazio di essere al servizio dell’arte”.
Per molti detenuti-attori e per il regista Armando Punzo, Caserta è un ritorno a casa, in Campania.
E Roy Paci aggiunge: “Per me sarà una grande emozione essere con loro sul palco, al Sud. Io mi porto dentro la mia terra, la mia Sicilia, anche se sono spesso lontano da casa ma sono libero. Immagino cosa possano provare loro, i detenuti… ”.
Sicuramente Roy Paci (fra i suoi sogni nel cassetto una particina nei Sopranos) ha le physique du rôle per passeggiare sul palco nel cabaret a luci rosse di Pescecani, fra mendicanti, magnaccia, vescovi e prostitute, nel Gran Magic Circus della Compagnia del carcere di Volterra, fra gli eroi ambigui e marginali dell’Opera da Tre Soldi di Brecht, ma anche di Genet, Weiss, Shakespeare, Pasolini.
Con lui, a rendere imperdibile la serata, Marcello Colasurdo, protagonista imprescindibile della musica napoletana tradizionale e sperimentale.
Da sempre ha coniugato l’attività artistica con quella operaia, essendo un ex dipendente Alenia.
Ha fatto parte del gruppo “E Zezi”di Pomigliano d’Arco per diciott’anni, divenendo la voce nonché il simbolo del gruppo. Ha collaborato con vari artisti tra i quali gli Almamegretta, i Bisca, Daniele Sepe, 99 Posse, N.C.C.P.
Ha inoltre collaborato con l’Istituto Nazionale del dramma antico del teatro greco di Siracusa, ed è stato attore di cinema con Federico Fellini ne “L’intervista” e attore teatrale con Mario Martone.
Marcello Colasurdo, virtuoso e instancabile tammorrista, voce visceralmente popolare del Vesuvio, è un attore che si è formato come autodidatta, non avendo frequentato nessuna scuola o accademia di recitazione.
Sul palco con la Compagnia della Fortezza anche l’attore Stefano Cenci, voce recitante, filo omerico della narrazione de “I Pescecani”, e i musicisti della Contrabbanda di Napoli e delle Ceramichelineari di Volterra.
A Casertavecchia dunque non solo teatro e non solo musica, ma una festa pensante e straripante, un divertente bricolage musicale di Kurt Weill, canzone popolare napoletana e suoni arabi, pulp rock ska mediterraneo.
Certo Caparezza quando scriveva di essere “ai margini della disco, immune al pattume della Tv di costume”, non pensava che la sua canzone Fuori dal Tunnel sarebbe stata “sdoganata” in teatro dai carcerati, cantata a squarciagola dagli attori-detenuti insieme a Manu Chao, simbolo di un desiderio di uscire dalle gabbie dei luoghi comuni dell’arte e del divertimento.
Volterra è il luogo dei teatri e degli incontri impossibili. Per una notte anche il borgo di Casertavecchia diventa “Fortezza”.

8 settembre sera.
– MAX GIUSTI: SI RIDE… ALLA MOVIOLA.
Ultimo appuntamento stasera con la comicità in piazza Vescovado stasera con Max Giusti.
Sul palco del festival arrivano le esilaranti imitazioni di uno dei comici romani più amati dal grande pubblico. Le maschere di Luciano Gaucci e Aldo Biscardi di Quelli che il calcio (la trasmissione di Simone Ventura dove Max ritorna quest’anno) e quelle di Cristiano Malgioglio di Cocktail d’amore condotto da Amanda Lear hanno consacrato Max Giusti tra gli attori comici più popolari e richiesti del momento.
Il notevole successo ottenuto dalle commedie teatrali Il grande Sfracello, il Gladiatore, la Rassegna Mostrocomico con Dario Fo e Enrico Montesano e Aggiungi un posto a tavola, dove recita con Giulio Scarpati e Martina Stella, lo ha portato a calcare i palcoscenici dei teatri più famosi d’Italia, come il Ciak di Milano, il Politeama di Napoli e il Sistina di Roma.

Max Giusti può ritenersi un autentico mattatore del palco grazie alle sue straordinarie doti di trascinatore. Assolutamente irresistibile il suo dialetto marchigiano.
A “Settembre al Borgo” Max entra in scena accompagnato dalla sua band, contrappunto musicale alle battute di un cabarettista d’autore.
I personaggi di Biscardi, Maradona, Gaucci e Malgioglio chiuderanno i cinque appuntamenti gratuiti voluti dalla De Sio nel cartellone di questa 34° edizione del festival.
Anche stavolta applausi a scena aperta per un segmento del cartellone che piace e richiama il grande pubblico, con un bilancio di presenze destinato a raggiungere quota 5000 per la sola piazza Vescovado.
Copia di questo comunicato in posta elettronica Ufficio Stampa : Luca Cipriano – Tel/Fax 0823.371071 – 347.6311765 – lucacipriano@hotmail.com


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